1 maggio 2006

Discorso 1. Maggio 2006, Manifestazione Lugano

Care colleghe, Cari colleghi,
Care compagne, Cari compagni,

L’Unione Sindacale Svizzera ha dedicato l’anno 2006 alla parità salariale e spetta a me il compito di dedicare alcune riflessioni a questo tema.

La parità salariale in Svizzera, come anche in Ticino, é una meta lontana - un obiettivo prima da raggiungere e poi da consolidare. Questo 1.maggio è l’occasione per denunciare il problema della disparità di trattamento tra uomo e donna a livello nazionale. In tutta la Svizzera, oggi, si alza la voce soprattutto delle donne che reclamano rispetto e riconoscimento per il lavoro che svolgono.

La parità salariale è un tema introdotto nella Costituzione svizzera da 25 anni. Dal 1981 l’articolo costituzionale specifica quanto segue:

“Uomo e donna hanno uguali diritti. La legge ne assicura l’uguaglianza, di diritto e di fatto, in particolare per quanto concerne la famiglia, l’istruzione e il lavoro. Uomo e donna hanno diritto a un salario uguale per un lavoro di uguale valore (Art.8, cpv. 3)”.

Per rafforzare la lotta contro la discriminazione, 10 anni fa è stata introdotta la Legge sulla parità e il primo articolo sostiene: “La presente legge mira a promuovere l’uguaglianza effettiva fra donna e uomo (Art.1).

La legge, in modo semplice e chiaro, elenca dettagliatamente quali sono gli aspetti del lavoro a rischio di discriminazione: l’assunzione, l’assegnazione dei compiti, le condizioni di lavoro, la retribuzione, la formazione, il perfezionamento professionale, la promozione e il licenziamento. Di fatto insomma tutto potrebbe far pensare che grazie ad articoli di questo tipo il problema sia largamente risolto, ma in realtà non è così. I dati raccolti dall’Ufficio federale di statistica hanno evidenziato che in tutti i rami economici e tutti i livelli gerarchici professionali, esiste la disparità salariale: le donne guadagnano in media 21,7% in meno degli uomini. Nella campagna dell’Unione sindacale questa disparità viene simbolicamente riprodotta con una banconota dei 50.- Fr che, per le donne, ha un valore di soli 39.- Fr. Questo divario non può e non deve essere ulteriormente accettato.

L’Unione Sindacale Svizzera ha analizzato il problema e si è posta degli obiettivi concreti per il 2006. I sindacati dell’USS - chi nel pubblico e chi nel privato - hanno il compito di adoperarsi per promuovere provvedimenti che mirano alla trasparenza: incentivare l’introduzione di contratti collettivi, favorire la parità nelle trattative contrattuali, effettuare controlli e confronti degli stipendi, analizzare i sistemi di promozione, verificare le opportunità di formazione, incoraggiare il lavoro a tempo parziale, sostenere l’introduzione di asili nido e appoggiare ogni tipo di provvedimento - a livello aziendale, istituzionale e politico, che assicuri l’impegno dei datori di lavoro ad ufficializzare la propria politica del personale.

A livello internazionale ci sono degli Stati che hanno introdotto, per i datori di lavoro, l’obbligo di rendere noti il sistema salariale e l’applicazione dei provvedimenti volti alla salvaguardia della parità. Oltre a questo hanno istituito una Commissione di esperti volta a sorvegliare l’applicazione della legislazione a favore della parità salariale. La Svizzera può migliorare e tocca ai sindacati insistere affinché si facciano degli importanti passi avanti!

Avete mai confrontato il vostro salario con quello dei vostri colleghi? Avete mai dubitato di quei meccanismi che favoriscono la carriera professionale dei vostri colleghi uomini, ma non la vostra? Vi vengono assegnati sempre i compiti meno ambiziosi e i corsi di formazione vengono sempre proposti ai colleghi uomini?

Queste sono alcune domande fondamentali che dovreste porvi e approfitto di questo palco per invitarvi a farlo, chiedendovi inoltre un importante aiuto nella lotta sindacale contro la disparità.

LA PRIMA RACCOMANDAZIONE é indirizzata agli uomini (…spero che per la maggioranza degli uomini presenti si tratti di una richiesta obsoleta…): chiedo loro di collaborare maggiormente nelle attività domestiche e nelle mansioni familiari, affinché la donna possa perseguire, senza troppi ostacoli familiari, un proprio percorso formativo e professionale. Anche le donne hanno diritto di lavorare fuori dalle mura familiari! I sacrifici vanno fatti in due. Le donne hanno bisogno di essere sostenute da voi per poter cogliere le opportunità di crescita professionale offerte dal mondo del lavoro! Sostenetele e motivatele!

LA SECONDA RACCOMANDAZIONE è indirizzata invece alle donne: parlate, confrontate il vostro salario e denunciate possibili disparità di trattamento coinvolgendo ed informando i sindacati!

Il salario non dev’essere un tabù e parlarne aiuta a capire se esiste o meno una disparità salariale. Nei 2/3 dei casi si tratta proprio di una discriminazione di salario. Se vi si chiede di non parlarne? E’ il caso di dubitare! Chi denuncia una disparità non deve dimostrarne l’esistenza, ma renderla verosimile. Per prevenire il rischio di licenziamento la Legge sulla parità prevede una protezione per tutta la durata del procedimento e nei sei mesi successivi. Le azioni giudiziarie possono essere intentate nei 5 anni successivi alla fine del rapporto di lavoro e l’azione può avere un effetto retroattivo di 5 anni. Vi ricordo che le procedure previste dalla Legge sulla parità sono gratuite.

Basta subire! Coraggio! Reagite alle disparità! Lottate per i vostri diritti: rivolgetevi ai sindacati e iniziate a verificare se esiste o meno una disparità! Denunciate chi approfitta del vostro lavoro! Insieme possiamo fare di più!

Concludo col ribadire che bisogna guardare avanti! Non bisogna solo reagire, ma agire!

Per lottare contro la disparità salariale gli strumenti legislativi ci sono, ma siamo noi a doverli rendere efficaci. Altri, ulteriori strumenti, sono noti a livello internazionale ed aspettano di essere introdotti in Svizzera! Un importante compito politico per i sindacati dell’Unione Sindacale Svizzera!

Tutti noi - donne e uomini, lavoratrici, lavoratori e rappresentanti sindacali – noi possiamo e dobbiamo fare di più affinché l’uguaglianza prevista dalla nostra legislazione diventi una parità di fatto!

BUONA FESTA DEL 1. MAGGIO A TUTTI E RICORDATEVI: CONTO SU DI VOI!
Grazie per l’ascolto.