13 ottobre 2009

Oltre le chiese, i minareti - libertà e democrazia!

Non capita spesso alla cittadinanza elvetica di esprimersi su principi e diritti tanto fondamentali quali la libertà di religione (di culto), la libertà d'opinione e il principio della non discriminazione. Il 29 novembre 2009 la cittadinanza si esprimerà proprio su principi fondamentali come questi e in discussione vi è molto di più del divieto generale di costruire minareti. E la pensa allo stesso modo anche il Consiglio federale che nel suo messaggio al Parlamento ribadisce come l'iniziativa non sia conforme ai diritti dell'uomo, sia minacciosa per la pace religiosa e sia nociva alla reputazione della Svizzera a livello internazionale.


http://www.gms-minderheiten.ch/minarettverbot/it

L'iniziativa ...parlando di contenuti

In Svizzera vi sono delle religioni (in particolare mi riferisco al credo cristiano, non unicamente a quello cattolico) che godono di privilegi. Si tratta di vantaggi che sono il frutto del nostro passato, della nostra tradizione storica, tradizione religiosa e culturale; privilegi che sostanzialmente non contesto anche se personalmente prediligo pensare ad uno stato laico in cui il potere dello Stato e della Chiesa sono separati rigorosamente. Ribadisco però in termini di premessa che sul suolo elvetico vi è una posizione privilegiata di alcuni credo, anche se sono l'espressione della nostra storia passata (...e aggiungo presente).
La Costituzione Svizzera pretende il rispetto della libertà di religione quale saldo principio costituzionale e determina anche il principio della non discriminazione. Da un lato lo Stato propende per considerarsi uno Stato laico, dall'altro lato però permette che vi siano delle religioni che godono di maggiori riconoscimenti da parte dello Stato (privilegi che si traducono anche in facilitazioni nell'attingere a contributi finanziari). Non si può pertanto parlare di pari opportunità in termini di riconoscimento delle divere religioni sul suolo elvetico, perchè ogni cantone ha la facoltà di riconoscere le religioni che vuole ed elargire loro dei contributi incassati dalla cittadinanza che vi contribuisce pagando (tramite le imposte) una "tassa o imposta" di culto (occhio: ogni cittadino può non contribuirvi dichiarandosi ateo). In Ticino ad esempio questa imposta viene regolamentata da un Decreto legislativo e le uniche religioni che percepiscono un contributo sono la Chiesa cattolica e le Chiese evangeliche. L'accesso a questi contributi è un privilegio di questi credi riconosciuti, questo significa che al privilegio di alcuni corrisponde una discriminazione di altri, in questo caso del credo islamico. La religione musulmana, nel rispetto della non discriminazione, dovrebbe avere il diritto quanto il credo cristiano di essere riconosciuto dallo Stato. Sorge spontaneo allora chiedersi se nel rispetto della separazione dei poteri tra Stato e Chiesa e nel rispetto del principio dell'uguaglianza non varrebbe al pena mettere piuttosto in discussione i privilegi delle istituzioni di culto che oggi percepiscono dei contributi. Per numerosi motivi (che rinuncio ad esporre per evitare di dilungarmi) preferisco comunque l'approccio del riconoscere e quindi "dare"anche alle altre religioni, piuttosto che "togliere" a chi oggi gode di posizioni privilegiate, anche se giustificate dalla nostra tradizione, dal nostro passato. Nel rispetto dell'uguaglianza e nel rispetto del principio della non discriminazione è "nell'interesse" delle religioni cosìdette "privilegiate" (per esprimermi in modo un po' crudo, anche se questo punto di vista non è quello che prediligo), permettere che ai credenti musulmani venga riconosciuto il diritto di costruire minareti. Sono fermamente convinta che di fronte a questo quesito si debba argomentare partendo dal principio della non-discriminazione, nel rispetto in primis della libertà di religione. Di conseguenza sono più che convinta che il NO a questo divieto sia l'unica risposta sostenibile che possa essere data nel rispetto dei valori fondamentali riconosciuti dalla nostra democrazia.

La propaganda ...parlando di forma e di strumenti mediatici

Considerato che vi sono solidi e fondati argomenti per opporsi all'iniziativa, non mi sorprende che i promotori dell'iniziativa (UDC & Co.) si siano concentrati sulla propaganda. Per confondere gli animi piuttosto conservatori di una buona fetta della popolazione svizzera e mascherare la debolezza dei propri argomenti, gli iniziativisti hanno puntato sull'integralismo, sui pregiudizi verso la cittadinanza islamica. Come se confondere e rendere insicura la popolazione svizzera fosse l'unico mezzo per riuscire a vincere la votazione. Hanno voluto dipingere il popolo mussulmano tramite immagini aggressive, che fumentano l'odio, il tutto per spingere la popolazione a propendere per il rifiuto alfine di difendere il suolo elvetico dalla "minacciosa armata di minareti".
E così, se l'iniziativa è perdente sul piano degli argomenti, l'immagine scelta dai promotori dell'iniziativa sembra invece risultare vincente, o meglio lo è in quelle città in cui nelle prossime settimane troverà spazio per essere affissa. Diversi rappresentanti del mondo del marketing considerano l'immagine vincente, anche solo perché ha fatto parlare l'opinione pubblica prima ancora di essere diffusa. Dal mio punto di vista una campagna gestita con mezzi politicamente scorretti - penso in particolare alla rappresentazione ingannevole ed estremizzata del credo islamico - è da respingere, in quanto mette a repentaglio il dibattito democratico nel nostro Paese ingannando e quindi offendendo non solo la popolazione musulmana presente in Svizzera e all'estero, ma anche la cittadinanza elvetica. L'immagine rappresenta una vera e propria offesa ad una minoranza religiosa. E di questo avviso è anche la Commissione federale contro il razzismo che ribadisce come l'affissione dei manifesti "Contro l'edificazione di minareti" sia discriminante e pericolosa per la coesione nel nostro Paese. Ecco il testo pubblicato sul sito dell'amminsitrazione federale:

Nel suo parere all'attenzione delle città, la Commissione federale contro il razzismo CFR giunge alla conclusione che i manifesti dei promotori dell'iniziativa «Contro l'edificazione di minareti» veicolano un'immagine minacciosa dell'Islam, offendendo la popolazione musulmana che vive pacificamente in Svizzera. In tal modo possono essere messe in pericolo la coesione sociale e la tranquillità pubblica. La CFR ritiene necessario ponderare accuratamente gli interessi tra libertà d'opinione, divieto di discriminazione e protezione della società svizzera da una campagna che fomenta l'odio.

A livello internazionale questa immagine è stato oggetto di critiche: il Comitato dei diritti dell'uomo dell'ONU "si è indignato per la "campagna d'affissione terribile" (ats).

È stato però il dibattito televisivo tenutosi venerdì scorso alla trasmissione ARENA (SF1) a spronarmi nell'esprimermi su questo oggetto. Presente tra i promotori dell'iniziativa non poteva che esserci Christoph Blocher (tanto per dare l'idea) ... i cui argomenti sono scivolati in modo stridente sui vetri. Tra i politici, anche di sinistra, l'opinione è divisa sull'opportunità di affiggere o meno i cartelloni. Vi sono città che si sono opposte alla loro affissione perchè considerano diffamatoria e offensiva l'immagine del manifesto. Tra queste vi è la città di Basilea, la prima ad aver censurato il cartellone e aver acceso la discussione; una decisione quella basilese, che dice di essersi basata su una normativa cantonale che risulta essere più rigorosa verso possibili espressioni razziste. Vi sono invece città, e ricordo a tale proposito la presa di posizione di Zurigo, che sulla "scala dei diritti e delle libertà" ripongono nella libertà di opinione maggiore importanza di quella attestata al divieto di discriminazione e permettono così l'affissione del manifesto. Cosa dire, personalmente non reputo vi siano scale che tengono in termini di libertà e diritti così fondamentali. Se la Commissione federale contro il razzismo ha rinunciato ad esprimersi sul divieto/sulla censura, lo ha fatto unicamente per non diventare un organo giudiziario come lo è un tribunale, ma ha denunciato in totum quanto rappresentato dai cartelloni propagandistici.


Ritengo sia quindi un atto democratico dovuto, oggi come oggi, distanziarsi da immagini che stigmatizzano una minoranza religiosa, specialmente quando si è dell'avviso che tutti i valori contenuti nella nostra Costituzione meritino di essere rispettati, salvaguardati e difesi.
Il NO al divieto e quindi il NO alla discriminazione del credo mussulmano lo ritengo l'espressione di un voto che rispetta la libertà di credo (Art. 15) e l'uguglianza giuridica (Art. 8).

Per concludere non posso che fare i miei complimenti a Frank Bodin, agente pubblicitario vincitore del premio 2009 e ideatore del manifesto che ricorda come "Il cielo sopra la Svizzera sia abbastanza grande per lasciare spazio a tutti!". Un Grazie di cuore all'agenzia Euro RSCG da lui diretta, per aver realizzato gratuitamente il cartellone pubblicitario!

E prima ci concludere invito ancora tutti a sottofirmare l'Appello per la libertà e la democrazia promosso sul sito contrario all'iniziativa - Forza, firmate!

A ri-blog!
Nadia

7 ottobre 2009

Finalmente Berlusconi alla sbarra!

Se tutti i nodi vengono al pettine, ora è giunto al pettine il nodo Alfano. In base alla Costituzione italiana la legge è uguale per tutti e da oggi questa legge varrà anche per Berlusconi.



Per anni le numerose vicende giudiziare del premier hanno fatto parlare la stampa di tutto il mondo, ma i suoi processi non hanno avuto seguito a causa dell'immunità concessa ai massimi ranghi dello Stato. Oggi la Corte Costituzionale ha però bocciato il Lodo Alfano perchè viola l'Art. 138 (l'obbligo di far ricorso ad una legge costituzionale e non ordinaria per sospendere i processi) e l'Art. 3 (principio dell'uguaglianza) della Costituzione Italiana e di conseguenza i due processi giudiziari che vedono implicato il Cavaliere lo riguarderanno personalmente.

Per chi da anni denuncia l'impossibilità di fare luce e giustizia sui processi che interessano il premier, la conferma dell'anticostituzionalità della sua immunità è musica per le orecchie.
La notizia in pochi minuti ha fatto il giro del mondo. E se la conferma dell'anticostituzionalità dell'immunità concessa a Berlusconi ha un valore non indifferente per la credibilità della Giustizia Italiana a livello internazionale, questa decisione ha un valore inestimabile per i cittadini che credono nella giustizia del proprio Paese. Insomma, giustizia sia fatta - che Berlusconi sia innocente o colpevole.

Deludenti le prime parole alla stampa di Berlusconi che invoca per l'ennesima volta il complotto della sinistra. Questa volta però i fatti parlano da soli: 9 Giudici contrari e 6 Giudici a favore del lodo Alfano - una decisione chiara. Il premier dovrà pertanto trovare altre scuse da fornire ai media, perchè questa volta tutti si aspettano che la Giustizia faccia il suo corso e i processi in cui è implicato Berlusconi acquisiranno un'importanza non indifferente per la politica italiana. Beh, Berlusconi oltre a voler far credere che l'opinione pubblica è in mano alla sinistra, non si è risparmiato neppure un timido "insulto" al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma questo non sorprende - l'ira più che la delusione negli occhi del premier era evidente.
Il Cavaliere, insieme allo schieramento di destra, è intenzionato ad andare avanti. Si vedrà. Certo ha lasciato un po' di amaro in bocca sentire l'intervista del premier che nel rincuorarsi ha concluso con un "Viva gli italiani, viva Berlusconi!"...e chissà perchè io questa sera avrei risposto urlando ai quattro venti: "Viva la Giustiziaaaaa!"

A ri-blog! Nadia

6 ottobre 2009

IL BIG BROTHER AWARDS COMPIE 10 ANNI!

...ed anche quest'anno ci siamo! Torna il tanto atteso BIG BROTHER AWARDS che quest'anno celebra oltretutto i suoi primi 10 anni di vita!


Nella Svizzera Italiana lo si conosce poco, mentre oltre Gottardo è divenuto ormai famoso e i loro premi sono temuti da molti! È il Big Brother Awards - un evento ricco di satira che assegna un premio piuttosto indesiderato alla persona, alla società o all'organizzazione che si è particolarmente distinta nel violare la protezione dei dati e il rispetto della sfera privata.
Non sorprende sapere che negli scorsi anni questo premio - direi assolutamente ingrato - è stato "meritato" più volte da un'assicurazione malattia (una cassa malati), ma è curioso sapere che tra i premiati vi sono anche le ferrovie nazionali SBB, la Swisscom, Postfinance, santésuisse e diverse società private. Ahimé, tra questi anche alcuni funzionari e uffici della pubblica amministrazione.

In Svizzera il Big Brother Awards (ricordo che la manifestazione è nata a Londra nel 1998 dall'organizzazione Privacy International) premia cinque diverse categorie e ogni nomina può essere promossa da qualsiasi persona tramite un apposito formulario, al quale va allegata la propria motivazione scritta:
- Award nello Stato,
- Award nel mondo del Business,
- Award dedicato ai controlli e alle violazione sul Posto di lavoro,
- Award nella Sfera privata dedicata a persone o istituzioni che si sono distinte per il loro impegno volto ad indebolire il rispetto della sfera privata e i diritti fondamentali in ambito privato,
-il Premio del Pubblico, la quinta categoria prema una persona o un'organizzazione che si è impegnata nel difendere i diritti fondamenali e nell'opporsi a meccanismi di spinaggio e controllo (in passato questo premio portava il nome di Winkelried-Award, dal nome del rinomato eroe nazionale elvetico Arnold von Winkelried).

La Cerimonia ufficiale del Big Brother Award 2009 si terrà

SABATO 24 OTTOBRE 2009, alle ore 20.00
presso il centro culturale ROTE FABRIK di ZURIGO.


Sempre presso la sala "Clubraum" della Rote Fabrik alle ore 19.00 si terrà un dibattito sul tema e dopo la premiazione ufficiale vi sarà l'annuale "Party dello Spionaggio".

Ques'anno la cerimonia verrà anticipata da una settimana di azione che dal 20 al 24 ottobre, dalle ore 14.00 alle ore 22.00 prevede l'organizzazione di una mostra, come anche l'organizzazione di azioni mirate e momenti di discussione, sempre presso la Rote Fabrik di Zurigo (clicka qui per consultare il programma). Ricordo che dopo la

E a chi fosse interessato o incuriosito da questo tema, non posso che consigliare la visita del sito in lingua tedesca e francese www.bigbrotherawards.ch ...le diverse informazioni e le immagini di archivio saranno una vera occasione per non perdersi delle splendide chicche dello "spionaggio" sul suolo elvetico!

Concludo infine col ringraziare i promotori e gli organizzatori - la Rote Fabrik, l'organizzazione Grundrechte.ch, il Swiss internet User Group e la Wochenzeitung (WOZ, un settimanale che leggo sempre con curiosità e che consiglio) - facendo loro I MIGLIORI AUGURI per il 10. anno di vita del BIG BROTHER AWARDS!
A loro un grandissimo GRAZIE per l'immenso lavoro svolto e per l'impegno costante che hanno saputo assicurare nel denunciare le violazioni che ahimé giornalmente ledono il diritto alla sfera privata di cittadini, consumatori, pazienti e lavoratori!
Siete veramente forti!!!


...a ri-blog! Nadia