BUONE FESTE E BUON ANNO!
A PRESTO!
Nadia
GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE!
L'avventura Nazionale è finita e non posso che ringraziare di cuore tutte le persone che mi hanno espresso il loro appoggio, sia durante la campagna elettorale, sia il giorno delle Elezioni votando per me! L'impegno però non è ancora giunto al termine - mi riferisco alla campagna elettorale di Franco Cavalli in lista per rappresentare il Ticino al Consiglio degli Stati. Sono convinta che Franco è la persona giusta per questo importante ruolo politico; una persona che gode della mia stima, ma soprattutto di grandi riconoscimenti sia dal punto di vista professionale, che dal punto di vista politico e personale.
Questo ultimo appello quindi lo dedico a lui e invito tutte le persone a sostenerlo al ballottaggio del 18 novembre 2007!
Forza Franco!!!
Link alla pagina del PS dedicata alla campagna: http://www.elezionifederali2007.ch
Appuntamenti ed eventi a cui ho partecipato risp. partecipo in queste settimane:
29.8.2007, Serata preelettorale GISO, Bellinzona
01.9.2007, Congresso PS, Giornico
02.9.2007, Brunch e Comizio elettorale, Gambarogno
02.9.2007, Festa per il piano di Magadino - No alla Variante 95
08.9.2007, Bancarella per la raccolta firme - Iniziativa Fiscale PS
09.9.2007, Evento Ambiente, Coldrerio
12.9.2007, Evento Sanità, Locarno
15.9.2007, Bancarella info - No alla Variante 95, Locarno
16.9.2007, Presentazione Cronache Svizzera italiana RSI
16.9.2007, Dibattito contro Variante 95 (solo uditrice), Cavigliano
19.9.2007, Tour tra la gente di Micheline Calmy-Rey, Biasca
21.9.2007, Dibattito elettorale RSI, Winthertur
23.9.2007, Comizio elettorale - Tema Emarginazione, Blenio - Aquarossa
29.9.2007, Manifestazione contro il razzismo e la xenofobia, Bellinzona
29.9.2007, Comizio elettorale - cena in compagnia, Lugano
30.9.2007, Presentazione del partito socialista alla TSI
4.10.2007, Comizio elettorale - "Per un futuro possibile", Verscio
5.10.2007, Incontro elettorale "Ricette politiche", Sorengo
6.10.2007, Evento Bilaterali - Economia & Occupazione, Monte Carasso
9.10.2007, Dibattito elettorale Università Friborgo
11.10.2007, Incontro tra PS, Verdi e Partito del Lavoro, Tesserete
12.10.2007, Comizio elettorale - cena in compagnia, Bellinzona
13.10.2007, Bancarella elettorale PS, Mercato di Bellinzona
13.10.2007, Parole che resistono, Poesia & Musica con Alberto Nessi, Anna Ruchat, Leonardo Zanier, Saxofono di Andrea Formenti, Stabio
14.10.2007, PS - 15 anni di Unità, Biasca
20.10.2007, Guccini in concerto
Link che riprendono alcuni momenti della campagna:
16.9.2007, RSI - Breve intervista alle Cronache della Svizzera italiana, Besso http://www.rtsi.ch/Informazione/welcome.cfm?idChannel=2330&idModule=2738&idSection=0&idPage=0&idContext=0#m2563
21.9.2007, RSI - Dibattito elettorale sui temi: Economia, Occupazione e Formazione, Winthertur
http://www2.rtsi.ch/elezioni/
30.9.2007, TSI - Presentazione candidati e candidate della lista PS, Comano
Articoli e interviste pubblicate in queste settimane sui diversi quotidiani:
Area - Presentazione quale candidata PS
Area - Intervista di Fabia Bottani (14.9.2007)
PS.CH - Contributo di ogni candidato/a
Colgo l'occasione per ringraziare le compagne e i compagni della GISO per la bella serata! ...e non poteva che andare così; forse la fotografia non riesce ad esprimerlo, ma all'interno del gruppo si é crato un vero e proprio affiatamento. Questa maratona è sicuramente un'occasione per conoscere meglio delle persone veramente interessanti - un'occasione per vivere un'esperienza divera insieme a persone che hanno tanto da dare e non solo dal punto di vista politico! Per iniziare insomma, la migliore delle premesse! ...a presto!
NadiaDidascalia: L'immagine simbolo del documentario di Alina Marazzi “Vogliamo anche le rose”
Nel suo documentario "Vogliamo anche le rose", la regista italo-svizzera Alina Marazzi propone un percorso di riflessione partendo dal passato, ma estremamente attuale.
Nel suo ultimo lavoro, che è stato proiettato in Piazza Grande, la cineasta milanese si confronta con il femminismo, con le lotte, con le contraddizioni e l'ambivalenza femminili, con le conquiste mai veramente definitive.
Alina Marazzi cuce con bravura e sensibilità diversi materiali, che combina in modo ritmato: filmati privati in super 8, film sperimentali, testi scritti, testimonianze, materiali di animazione, fotoromanzi, riviste e foto d'epoca.
Attraverso un percorso quasi archeologico, la regista scava negli archivi, nella memoria collettiva, nei ricordi individuali, nelle lotte condivise, nei tormenti solitari delle donne nei cui destini solitudine e partecipazione collettiva sono le facce di una stessa medaglia: il desiderio di liberarsi da limitanti condizionamenti.
Nel film scorrono davanti agli occhi le immagini delle lotte di piazza per il diritto al divorzio e all'aborto, vengono riproposte le riflessioni legate alla pillola come mezzo per controllare la propria sessualità, si lascia spazio alle reazioni degli uomini e al loro rapporto conflittuale con la donna liberata.
Alina Marazzi non parla del suo film come di un documentario sul femminismo. "E' un film che parla anche di femminismo – spiega a swissinfo – ma non solo. Nel mio documentario viene data voce a diverse donne, di diverse tipologie sociali, di differenti provenienze geografiche e non tutte femministe".
Sono dunque fondamentalmente storie di donne, quelle che ci accompagnano in "Vogliamo anche le rose" alle quali il femminismo ha dato la possibilità di esprimere esigenze comuni e lottare per i loro diritti. Alina Marazzi non ha vissuto in prima persona il femminismo, ma attraverso le sue ricerche ha riconosciuto molte delle atmosfere che le erano familiari quando era ragazzina e frequentava il liceo.
"Il mio desiderio era di rivisitare la storia recente della liberazione sessuale per ricostruire un tassello della mia identità femminile oggi. Ho voluto riparlare di avvenimenti del passato con lo scopo di fare riflettere sull'oggi. Credo infatti che i temi affrontati nel film sono assolutamente attuali".
Il documentario fa riemergere effettivamente temi di straordinaria attualità. "Di fronte a pericolosi tentativi di restaurazione culturale – spiega Alina Marazzi – è importante ricordarsi che poco tempo fa le cose erano molto diverse, per cui non bisogna dare nulla per scontato".
Nonostante quella del femminismo sia una stagione cronologicamente vicina, quasi sepolta nella memoria collettiva, molte rivendicazioni e lotte sembrano così lontane come mai. "Gli anni Settanta sono stati molto densi di trasformazioni - commenta Marazzi - e anche molto sofferti. Forse quello che c'è stato dopo, il cosiddetto riflusso degli anni Ottanta, è stato un tentativo di sgravarsi da un certo peso, da modalità di pensiero dove tutto veniva molto ideologizzato e teorizzato".
Ma allora che cosa è andato perduto? "Una certa spontaneità e la passione nell'affrontare tutta una serie di argomenti. Si danno per scontate e acquisite molto cose e, oggettivamente, non c'è più l'urgenza di scendere in piazza per ottenere dei diritti".
"Ci sono state molte conquiste, a livello normativo. Ma c'è stata anche una dispersione di energie ed è mancato un passaggio di saperi di questa nostra storia recente. Lo riconoscono – osserva Marazzi - anche le femministe: hanno conservato la memoria delle lotte, ma non hanno trasmesso questo sapere".
A meno di non interessarsi agli studi di genere o di aver seguito questo percorso di emancipazione, la cultura femminista non è stata veramente trasmessa diffusamente. "Generalmente le ragazze di oggi – evidenzia la cineasta - ignorano quel passato di lotte. A loro paiono ovvie le libertà di cui godono. Si è inoltre perso, a livello diffuso, un certo tipo di pratica politica, di condividere necessità e urgenza".
Uno degli slogan delle femministe era "il personale è politico". Come lo vede oggi? "Bisognerebbe ricordarselo perché il personale continua ad essere politico. Mi sembra però che negli ultimi anni si dia molto peso all'individuo piuttosto che al collettivo".
"Dall'assunto "il personale è politico" si è poi prodotta una sorta di degenerazione per cui il privato è pubblico: si parla di sesso, si vede tutto, si sa tutto di tutti, tutto è esibito, in Tv, nei reality, ovunque. Non c'è più una dimensione privata. E mettere in piazza il privato non porta nessuna riflessione".
Il documentario di Alina Marazzi, dove lo spazio dei sentimenti e delle relazioni è voluto, propone una terza via (simboleggiata nel film dalla donna che corre sulla spiaggia coperta dal velo da sposa): come alternativa alla contrapposizione o alla rinuncia, come luogo in cui far coincidere le molteplici aspirazioni della donna: lavoratrice, madre, sposa, indipendente, pronta alla condivisione, libera, sola o accompagnata. Aspirazioni, dunque, come tanti petali di un'unica rosa. Quella che vogliamo.
E non è un percorso sempre facile. Il desiderio di autonomia e il bisogno di amore si sviluppano spesso secondo dinamiche contraddittorie. E forse per le donne, spesso sospese in continue ricerche personali, sciogliere questo conflitto non sarà possibile.
C'è poi il ricorrente discorso dei modelli. "Noi donne siamo confrontati con modelli che spesso ci imponiamo da sole. Siamo anche bombardate da immagini distorte, forzate, inarrivabili che cerchiamo comunque di inseguire. Forse – suggerisce Alina Marazzi – fa parte di un atteggiamento femminile: volere sempre arrivare a qualcosa d'altro, tendere sempre ad un modello in più. Ma può essere un percorso terribilmente distruttivo".
Meglio allora lasciare vivere e crescere in noi la bambina che, alla fine del film, corre libera e sorridente. Quella bambina che chiede le rose. Sì, anche le rose. "Perché in passato le donne – conclude Alina Marazzi – non si sono battute solo per il pane. Si sono battute per un mondo che desse spazio anche alla poesia delle rose". Ed è una battaglia più che mai attuale.
Swissinfo, Françoise Gehring, Locarno - 7 agosto 2007
E' stata una giornata splendida, il giorno della Festa Nazionale del 1. agosto 2007 sul Rütli e preferirei non doverla descrivere per non farle perdere quel non so che di magico che aveva l'atmosfera di complicità creatasi quel pomeriggio sullo storico praticello, ma fondamentalmente sono queste, le esperienze positive che bisognerebbe condividere con gli altri, permettendo così a tutti di partecipare in modo indiretto alle proprie esperienze personali, soprattutto se le occasioni sono così speciali.
Una spledida gita in battello e un paesaggio da fiaba
La nostra prima tappa (nostra, perchè sono andata in compagnia di Manuel) è stata la cittadina di Lucerna, da cui partivano i battelli che portavano sul Rütli le 2'000 persone dotate di biglietto personale (prenotato e ricevuto a casa con tanto di salmo svizzero). Dopo una breve passeggiata in città, il tempo era magnifico e quindi invogliava la gente a cercare il fresco in riva al lago, ci siamo inbarcati sul battello e poco dopo siamo partiti alla volta del praticello. Il viaggio in battello è stato particolarmente bello (sarà che questo tratto non l'avevo mai percorso) – un primo orizzonte di colline in cui si potevano ammirare i praticelli verdi, i boschi, le roccie di qualche tratto di costa, le piccole spiaggette, i paesini affacciati sul lago e l'acqua del lago invece tranquilla, disturbata dal passaggio di qualche vela, battello o motoscafo, per non parlare poi dell'orizzonte sopra le colline, uno spledido sguardo sulle Alpi maestose contornate da un bellissimo cielo blu, limpido, che passava in secondo piano ogni qualvolta ci si avvicinava ad una riva del lago. Ricordo quanto fosse selvaggia la sponda destra del lago, una sorpresa ogni qualvolta si aveva modo di osservarne i dettagli. Insomma, una splendida passeggiata in battello che con l'andata e il ritorno è durata quasi tre ore; un tragitto che ci ha permesso di assaporare la vita lacustre del Lago dei Quattro Cantoni in un qualsiasi pomeriggio di festa.
Arrivati sul praticello del Rütli, dopo una breve passeggiata, abbiamo cercato un posto sul prato dove sederci in mezzo alla gente e abbiamo atteso l'arrivo di Micheline Calmy-Rey. L'attesa è comunque stata breve e dopo alcuni canti di un coro di bimbi accompagnato da una piccola band, il suono del corno delle Alpi accompagnato dal volteggiare delle bandiere lanciate con grande abilità dagli sbandieratori, e dopo un primo intervento introduttivo di benvenuto tenuto dalla presidente della Commissione del Rütli Judith Stamm, è stata la volta della Presidente della Confederazione. Micheline Calmy Rey è stata accolta in modo molto caloroso dalle persone presenti e lei a sua volta ha risposto all'acclamazione della folla, senza esitare, con sorrisi di grande compiacimento e gratitudine.
Un messaggio di libertà, di integrazione e un appello speciale alle donne
Il discorso di Micheline ha iniziato proprio col ricordare che il praticello del Rütli “non é un praticello come gli altri. E’ un simbolo della Svizzera. Il simbolo di ciò che ci unisce. Da qui è nata la Svizzera moderna sociale, democratica e multiforme. Ciò che ci unisce è la volontà di vivere insieme nella nostra diversità di lingue, origini e reliogioni. Ci uniscono i simboli, come il Grϋtli; i valori, come la neutralità. Ci uniscono i legami che abbiamo con il nostro Paese, le sue istituzioni politiche, la sua tradizione pacifica e domocratica. Ci unisce il nostro attaccamento ai nostri paesaggi, ai nostri laghi, alle nostre montagne, a un universo di colori, sapori e profumi. Il patriottismo é questo e ci appartiene a noi tutti.”
Micheline ha ribadito l’importanza di alcune libertà, quali elementi fondatori della nostra identità: la libertà di parola – di espressione, la libertà di riunione e la libertà di culto; libertà che non possono e non devono essere messe a repentaglio da nessuno. Ha inoltre ricordato come la rappresentanza politica delle donne non sia in relazione al loro peso demografico ed ha pertanto invitato le cittadine ad “agire insieme per cambiare le cose”; ha parlato di discriminazione salariale, dell’impegno delle donne nel lavoro domestico non remunerato e l’assenza di asili nido a sostegno della conciliabilità famiglia e lavoro.
Un ulteriore punto importante nel suo discorso è stato dedicato al tema dell’integrazione e il pericolo di ogni forma di esclusione. “Chi ha paura si ripiega su se stesso, innalza steccati e chiude le frontiere. Ma la Svizzera potrà preservare la sua identità solo con la coesione pacifica delle differenze. E’ importante porre l’accento su ciò che ci unisce e non su ciò che ci separa.” Un discorso che si rifà alla tradizione del nostro paese, un nostro punto forte da sempre: la capacità di instaurare legami e di gestire la diversità. Micheline, parlando inoltre di un grave problema sociale e non etnico, ha ricordato i fattori di rischio che possono generare violenza e criminalità nei giovani: la provenienza sociale, il livello di formazione insufficiente e il sesso (la violenza giovanile é un fenomeno maschile).
In conclusione, la Presiente della Confederazione ha invitato a coltivare un discorso attivo sui valori: “i valori non crescono da soli. I valori devono essere discussi, studiati, curati, trasmessi; se necessario bisogna anche difenderli e farsene garanti”. Ha infine aggiunto che “per tutti coloro che credono nelle qualità migliori della Svizzera, la nostra festa nazionale non è un giorno come gli altri. Così come il praticello del Rütli non è un prato come gli altri. Essi simboleggiano la volontà di agire insieme a favore di ciò che ci unisce.”
...ecco perchè é valsa la pena esserci il 1. agosto 2007 sul Rütli!