14 dicembre 2013

Nessun sostegno a Questo Palazzo del cinema!



...mi hanno incuriosita le riserve e le nuove garanzie richieste questa settimana dal Consiglio di Stato alla Città di Locarno, proprio in merito allo stanziamento del credito a sostegno del Palazzo del Cinema di Locarno! ...e mi dico: allora ci avevamo visto bene! Altro che sostegno incondizionato!
Per me si tratta dell'ennesima conferma di quello che oggi è un progetto pensato e presentato in modo precipitoso, senza i necessari accertamenti e le dovute condivisioni in termini di partecipazione all'ideazione - sono troppe le domande, le ombre e le incertezze che accompagnano questo progetto - in termini di contenuti, di finanziamento e di progettualità futura. E più i giorni passano, più sono convinta che aver bocciato il credito sia stata la miglior cosa da fare di fronte all'utilizzo imprudente dei nostri soldi, soldi delle cittadine e cittadini del Gambarogno, che comporta una donazione a fondo perso alla Città di Locarno pari a CHF 300'000 (o peggio ancora di CHF 600'000 come proposto dal Messaggio municipale). Ribadisco volentieri che sono stati proprio i giovani ad essere critici verso lo stanziamento del credito - in Commissione Gestione hanno subito esposto una posizione chiara al riguardo Ivan Sargenti (Lega) ed Eder Richina (PLR) ...e non certo per mancanza di visioni, di progettualità e di spirito solidale - come invece ha sostenuto il Sindaco.

Personalmente appoggio con convinzione il referendum contro lo stanziamento di CHF 300'000 a favore di questo Palazzo del Cinema e non perché ho le fette di salame negli occhi e non ritengo importante sostenere progetti regionali di un certo valore, bensì perchè non è questo il progetto che a mio avviso è in grado di offrire il valore aggiunto di cui c'è bisogno in termini culturali! Si ritorni sui propri passi e si lavori in modo concertato e prudente, come dev'essere se vi è la partecipazione finanziaria dell'ente pubblico! 
Ecco il messaggio di minoranza che ho redatto e letto - in occasione della riunione del Consiglio comunale del Comune di Gambarogno, tenutasi lo scorso 25 novembre - in cui spiego le motivazioni di questa mia/nostra riserva. A Ivan ed Eder la mia riconoscenza! 
Su, ora firmiamo il Referendum affinché sia possibile che ad esprimersi sul tema sia la popolazione gambarognese - qualunque sarà il responso alle urne.
...buona lettura!
Nadia

___________

Rapporto di minoranza della Commissione della Gestione sul messaggio municipale no. 42/2013 inerente la concessione di un credito di CHF 600'000.00 quale partecipazione alla realizzazione del Palazzo del Cinema di Locarno, al mappale no 124 RFD Locarno – Importo da versare in 10 anni

Care Colleghe, Cari Colleghi,


Come primo aspetto riteniamo doverosa un’osservazione sul credito dovuto dal nostro Comune al progetto; credito che, premesso, l’Esecutivo non ha discusso preventivamente con la Commissione della gestione. Considerato l’importo del credito (a fondo perso) richiesto al Consiglio comunale, il messaggio presentato dal Municipio meriterebbe di dettagli e garanzie maggiori, ben più di quanto è stato possibile presentare. Uno dei punti che lascia maggiormente perplessi nel messaggio è l’aver convenuto una simile chiave di ripartizione dei contributi comunali: questa proposta, legata a parametri ponderati in modo sicuramente discutibile, penalizza non poco il nostro Comune e risulta a nostro avviso fortemente svantaggiosa rispetto ad altri comuni. Un semplice confronto di quanto sono chiamati ad elargire alcuni comuni limitrofi a quella che dovrà essere l’ubicazione del Palazzo, parla da solo; la vicinanza alla Città di Locarno non è ad esempio tenuta in debita considerazione. Questa avrebbe dovuta essere una variabile da ponderare nel definire i crediti dei singoli comuni e, a questo proposito, ci si sarebbe potuti aspettatare un maggior impegno da parte degli esecutivi coinvolti nel determinare le variabili da considerare per definire i singoli importi.

Indipendentemente comunque da aspetti più o meno discutibili contenuti nella richiesta di credito sottoposta al Consiglio comunale, a nostro avviso non sussistono motivi di tale rilevanza da giustificare il coinvolgimento finanziario del nostro Comune a questo progetto.
Siamo dell’avviso che il denaro della popolazione gambarognese - che si tratti di CHF 600'000 o di CHF 300'000, come proposto dal rapporto di maggioranza, non debba contribuire ad un progetto tanto discusso, sia in termini culturali, che in termini economico-finanziari.
I progetti che il nostro Comune si appresta a promuovere e realizzare chiederanno impegni economici rilevanti e tra questi, ne siamo convinti, debba trovare spazio anche la cultura. Le potenzialità per valorizzare quanto esiste già sul nostro territorio ci sono e promuovere una vita culturale vivace sul suolo gambarognese sarebbe veramente quel valore aggiunto che - in seguito alla fusione - ci si aspettava e ancora ci si aspetta. Sono meritevoli gli sforzi fatti fino ad ora, il sostegno assicurato alle numerose associazioni e organizzazioni attive nel Gambarongo, ma vi sono anche campi in cui mancano ancora delle offerte concrete – si pensi ad esempio al campo della letteratura, della poesia, ai racconti che riguardano la nostra storia e l’incontro con altri mondi, ad incontri con saggisti, ricercatori/ricercatrici e scienziati, di compagnie teatrali e di spazi aperti allo scambio intergenerazionale – ambiti che purtroppo risultano essere parecchio assenti sul nostro territorio, nonostante le idee e le proposte non manchino. Vi è veramente un potenziale in ambito culturale che merita di essere valorizzato sul suolo gambarognese e prima di andare a donare questi soldi alla Città di Locarno, soldi dei nostri cittadini e cittadine, vanno a nostro avviso sviluppati e realizzati progetti capaci di far vivere prima di tutto la nostra realtà comunale.

Se c’è chi pensa che la donazione alla Città di Locarno sia dovuta anche solo in termini di solidarietà, a priori e quindi indipendentemente dal progetto che ci si appresta a promuovere e realizzare, ebbene a nostro avviso questa posizione è da considerarsi superficiale ed è carica di servilismo nei confronti di chi ha convenuto accordi a destra e a sinistra, senza elaborare un concetto chiaro, di dettaglio e un piano finanziario sugli anni capace di convincere chi è chiamato a partecipare finanziariamente alla sua realizzazione, anche solo in termini marginali. Se vengono utilizzati contributi della cittadinanza, la trasparenza, l’attenzione in termini di progettualità e di cautela finanziaria, sono aspetti che devono essere messi in primo piano.
Sul progetto, vi sono inoltre importanti riserve, in merito agli interessi legati alla Fondazione che intende investire in questo Palazzo del cinema, e non solo. In riferimento a questo finanziatore, è opportuno proprio parlare di investimento, in quanto in questo caso sarà veramente un’interessante manovra finanziaria ad essere realizzata. Le condizioni poste, seppur poco trasparenti nel messaggio presentato al nostro Legislativo, lasciano trapelare dei palesi interessi finanziari in questo progetto – non pare trattarsi di un nobile gesto mosso dalla generosità.
A questo proposito non vogliamo certo fare i conti in tasca alla Città di Locarno e neanche processi alle intenzioni, ma oggi sappiamo bene com’è andata con il Centro balneare e oltretutto sono note anche diverse riserve sul progetto in questione, da parte di associazioni e organizzazioni culturali che oggi fanno vivere la Città di Locarno. Il contenitore “Palazzo del cinema”, nonostante vi siano stati interventi di personaggi noti favorevoli al progetto, oggi come oggi presenta parecchie incognite sia in termini finanziari, sia in termini culturali. Inoltre in futuro sarà una società anonima a gestire e dirigere il progetto – senza alcuna garanzia che degli interessi particolari prendano col tempo il sopravvento sulla destinazione di questi spazi. Anche per questo siamo convinti che il progetto non si debba rifare a partecipazioni comunali, se non vi è un chiaro riferimento al servizio pubblico che ne deve derivare - e questo indipendentemente dalla generosità del contributo comunale. Si tratta di una questione di responsabilità politica, ancor più se questi crediti sono da considerare donazioni a fondo perso concessi col denaro della nostra cittadinanza.

Concordiamo infine con chi, nel rapporto di maggioranza, non considera la cultura un lusso. Proprio per questo siamo dell’avviso che progetti anche meno onerosi e ambiziosi, ma concreti e ben concertati anche in termini di “domanda” (economicamente parlando), possano offire molto, se non anche più in termini di “cultura a disposizione della nostra popolazione”. Siamo inoltre certi che il denaro non verrà buttato via se investito altrimenti; anzi, siamo convinti che questo denaro investito in validi progetti alternativi, sempre indirizzati al mondo della cultura, possa coinvolgere anche più da vicino e in modo diretto la nostra cittadinanza, facendola vivere e arrichendola in termini di visioni e di apertura al mondo.

In prospettiva, sempre in un’ottica economico-finanziaria, sottolineamo inoltre quanto questo – per il nostro giovane Comune - sia un momento decisivo per il consolidamento delle nostre possibilità. Questo è un aspetto che siamo convinti emergerà anche dai prossimi conti preventivi e dal piano finanziario sempre in divenire. Si ipotizzano investimenti di diversi milioni per progetti di ristruttrazione del centro sportivo, lavori di ristrutturazione delle scuole medie di Vira, interventi architettonici alle scuole elementari di Contone, nonché l’investimento mirato all’acquisto delle azioni SES ed altri impegni finanziari previsti da piano finanziario.
La gestione del denaro pubblico, considerate anche le incognite provenienti dalla precaria situazione finanziaria del Cantone, riteniamo debba ancor più essere il frutto di ponderazioni politico-strategiche accurate, rivolte primariamente al nostro territorio e alle potenzialità che meritano di essere sviluppate e valorizzate dalla cittadinanza gambarognese già oggi attiva nel mondo della cultura.


Tenuto conto di quanto indicato dal presente rapporto, invitiamo il Consiglio comunale a respingere il messaggio municipale come pure la proposta presentata dal rapporto di maggioranza e prevedere nei prossimi conti preventivi un adeguato credito a sostegno della cultura che tocchi ambiti oggi come oggi ancora sostenuti marginalmente o completamente assenti.


Nadia Pittà Buetti
Relatrice del rapporto di minoranza
Presidente della Commissione Gestione

5 ottobre 2013

La disperazione a Lampedusa



daily.wired.it 04.10.2013
di Alessio Cimarelli e Andrea Nelson Mauro
Link all'articolo: Lampedusa - la mappa dei naufragi



...quanti decessi in questi ultimi decenni. Il ritornello "non deve più succedere", le immagini di queste anime perse nell'oceano, le grida di allarme ...è ormai una tristissima cantilena che accompagna le notizie che ci giungono, di tanto in tanto, dalle coste che confinano con la miseria e la disperazione. Una cantilena che fatica ad entrarci dentro, se le vittime non sono almeno un centinaio. Barconi strapieni di persone spaventate, che il viaggio della speranza l'hanno intrapreso per disperazione. Sono viaggi che spesso portano alla morte. E se non è la vita che perdi durante il viaggio, un pezzo di cuore lo perdi di sicuro.

E oggi quante lacrime si vedono in volto ai politici; anche di quelli che sostengono sempre e comunque il "mito" della Fortezza Europa (Festung Europa). Abbiano questi politici piuttosto il buon gusto di tapparsi in casa e riflettere sulle proprie responsabilità politiche, per far tacere questa straziante cantilena e cambiare il futuro. 

Queste vittime non meritano lacrime di coccodrillo, meritano il nostro rispetto, meritano risposte, azione politica e un baccano frastornante capace di far cadere le mura di questa dannata Fortezza. Bisogna adoperarsi ognuno nel proprio piccolo affinché in futuro tragedie come queste non accadano più. Questa è l'unica risposta che meritano queste vittime.

Nadia Pittà Buetti
Post su facebook, 05.10.2013

15 settembre 2013

Votazione cantonale per introdurre il divieto del burqa in Ticino

Intervista di Ticinolibero - 14.09.2013
Link ticinolibero.ch

Topless, burqa e mutande , uno scontro tutto al femminile


Il divieto del burqa spacca l’opinione pubblica, fra libertà della donna e libertà religiosa, passando per l’integrazione degli stranieri. A confronto la granconsigliera Lara Filippini (UDC) e la presidente del comitato cantonale PS Nadia Pittà. 
Vota la tua preferita!

1. Cognome e nome
Pittà Buetti Nadia

2. Data di nascita
7 novembre 1974

3. Quante donne con il burqa hai visto negli ultimi mesi in Ticino?
Nessuna.

 4. Il 22 settembre voteremo un’iniziativa “anti-burqa” e un controprogetto. Cosa voterai?
Voterò No all'iniziativa e No al controprogetto. Alla domanda che chiede, nel caso in cui vengano accettate entrambe le proposte, quale proposta debba entrare in vigore - con il naso tappato e nera per dovermi esprimere su proposte a mio avviso anticostituzionali perchè ledono i diritti fondamentali - voterò il controprogetto, il minore dei mali. 

5. Il burqa è un simbolo di oppressione maschilista?
Il burqa è un capo d'abbigliamento indossato da donne che ideologicamente la pensano diversamente da me e culturalmente vivono in un contesto diverso dal mio. Non spetta a me giudicare se questo è o non è un simbolo di oppressione maschilista. Personalmente la vivrei come un'imposizione inaccettabile e mi ribellerei nel doverlo portare. Se queste donne lo riterranno tale e ne saranno infastidite, lotterranno per non doverlo indossare. Imporre loro quella che noi consideriamo un'emancipazione culturale, oltretutto tramite divieti, non la ritengo un'imposizione degna del nostro livello di civilità. Sono altre le problematiche che nella nostra cultura ledono i diritti delle donne e sono oltretutto molto più concrete - la violenza psichica e fisica che subiscono le donne, le disparità salariali, le difficoltà ad arrivare in sistemi prettamente maschili (come quello della politica e dell'economia), la precarietà dei lavori svolti dalle donne (inclusi i lavori non remunerati), ecc. - discriminazioni sulle quali varrebbe la pena chinarsi. Il burqa non la sento per niente una minaccia e trovo ridicolo e pretestuoso ricondurre il tutto al tema della sicurezza.


6. I fautori del divieto di indossare il burqa parlano di libertà della donna. La libertà di una donna si ottiene con un divieto?
Il divieto di indossare il burqa è un'imposizione che limita la libertà dell'individuo in termini culturali, religiosi e pertanto lede a mio avviso la nostra Costituzione e i diritti fondamentali su cui si fonda. Questo è un divieto che nasce dall'odio, la paura e la scarsa conoscenza del diverso nei confronti di una specifica religione, una specifica cultura e si traduce nell'iniziativa in divieto di indossare certi tipi di abbigliamento, così come nel controprogetto. Quest'ultimo cerca di slegare la ragione prima del divieto, ossia la questione religiosa, relativizzandolo e attribuendolo a motivi di sicurezza. Di fatto la conseguenza è la medesima - è una norma che lede i diritti fondamentali tramite un divieto assurdo, considerate oltretutte le eccezioni che si portano nella norma. Potrei pensare che alcune delle nostre usanze - se mi riferisco all'argomento della sicurezza -  sono tanto incerte quanto il burqa, no? Ma allora, in fondo in fondo, non si tratta di una questione di sicurezza, bensì di odio religioso, di apatia culturale e di paura del diverso e del confronto. La nostra identità è forte, radicata su principi umani e pertanto non deve temere confronti.

7. Come mai le femministe sono contrarie al divieto del burqa?
Perchè il divieto del burqa non fa che peggiorare la loro situazione, indipendentemente da quello che si possa pensare del burqa. Di fatto queste donne saranno costrette a restare a casa e la disgregazione non facilita certo il confronto sul tema, l'integrazione, ecc.

8. Il burqa è un simbolo religioso?
Lo è sicuramente per chi ha proposto l'iniziativa e questo è quanto basta per ritenerla una provocazione politica che lede i diritti fondamentali. Personalmente lo considero un capo di abbigliamento tipico di una certa cultura che si rifà a sua volta ad una religione. Lascio che sia chi lo porta a dargli il significato che vuole. 

9. Vietare il burqa significa essere “islamofobici”? O le donne con il burqa sono il simbolo dell’avanzata dell’islam in Europa?
Sì, come anticipato, il principio di fondo dell'iniziativa (come quello del controprogetto, fatto salvo che si fonda sul pretesto della sicurezza) sono proprio l'odio e la paura verso l'islam (cha ha poi tante diverse sfaccettature ed è molto diversa da paese a paese e regione del mondo in cui si pratica). Per quanto concerne l'avanzata dell'islam nell'Occidente, ricordo quando nel 1996 all'Università di Berna, con il professore di sociologia Farhad Afshar, abbiamo trattato il libro "Lo scontro delle civiltà" scritto da Samuel Huntington. Ecco un libro che risponde bene alle paure fomentate dal conservatore Huntington; un libro in cui la paura delle invasioni legittima risposte come quelle che vengono messe in atto da provocazioni politiche come questa.

10. Cosa significa per te integrazione degli stranieri?
Significa un avvicinamento di due culture e modi di vita diversi, che tramite il dialogo e l'incontro, si arrichiscono reciprocamente. Non sempre è il dialogo è facile, ma sicuramente è l'unica strada percorribile. La diversità può essere fonte di arrichimento reciproco e di migliore conoscenza e consapevolezza di noi stessi e della nostra cultura. Nel confronto emergono i caratteri della nostra identità. Solo culture che temono il diverso si chiudono a riccio su loro stesse, non crescono e col tempo - a mio avviso - rischiano l'estinzione. L'integrazione in Svizzera di popoli stranieri si deve fondare prima di tutto sulla conoscenza e sul rispetto reciproco. Il nostro sistema politico democratico, in cui la partecipazione dovrebbe essere aperta a chi da anni vive nel nostro Paese, è poi quello che funge da trasformatore di quelle che possono essere delle nuove forme di vita comune, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità della persona. Oggi il confronto è troppo spesso letto come conflitto, dalla connotazione negativa, mentre a mio avviso il confronto di idee ed opinioni dev'essere piuttosto il motore che permette di vivere insieme e crescere reciprocamente nell'emancipazione.

11. Se fosse vietato il burqa non si corre il rischio che delle donne siano obbligate a rimanere segregate in casa dai loro mariti?
La conseguenza pratica delle due proposte in votazione è proprio quella. Costringere queste donne ai muri di casa.

12. Se tu dovessi andare in un ipotetico paese dove le donne circolano in topless… ti adegueresti agli usi locali?
Lei se dovesse andare in un paese in cui si usa girare senza mutande e pantaloni si adeguerebbe?

13. E se invece tu andassi in un paese dove normalmente le donne indossano il burqa… ti adegueresti agli usi locali?
Nel rispetto della cultura con cui mi trovo confrontata, probabilmente lo indosserei. Mi informerei se ci sono modi di coprirsi  accettati in quella cultura, per me meno invasivi e limitanti.

14 maggio 2013

Pericolosa iniziativa grigionese che indebolisce l'italiano


Intervista di Ticinolibero - 13.5.2013
Link ticinolibero.ch

La battuta di Marco Romano? «Estremamente fuori luogo»
Nadia Pittà, presidente del comitato cantonale del Partito socialista, ha origini poschiavine. L’abbiamo interpellata per cercare di capire perché nel Canton Grigioni si voglia mettere in discussione l’insegnamento dell’italiano. Pittà considera l’iniziativa popolare cantonale lanciata in tal senso estremamente preoccupante, e replica alla provocazione di Marco Romano… .
Nadia Pittà, nel Canton Grigioni è stata lanciata un’iniziativa popolare che vuole l’insegnamento di una sola lingua alle scuole elementari: nelle regioni italofone il tedesco, mentre nelle regioni germanofone l’inglese. Lei, da poschiavina, cosa ne pensa?
«Già in passato vi era stato il dibattito sull’insegnamento delle lingue secondarie nelle scuole, e si era voluto cercare di mantenere un’equità nelle conoscenze linguistiche. Questa iniziativa non mi sorprende, così come non mi sorprende chi l’ha lanciata. Ma sarebbe un impoverimento culturale, perché parlare una lingua, conoscere una lingua, significa apprendere un sistema linguistico, avvicinarsi ad una cultura, ad un sistema di pensiero. Per me ha un valore culturale inestimabile. Conoscere le lingue e dunque importante, in un contesto in cui la coesione è sempre più messa in discussione. Una simile iniziativa, che oggettivamente sarebbe a svantaggio di italofoni e dei romanci, è assolutamente incomprensibile, ed è politicamente un messaggio molto pericoloso che viene mandato al resto della Svizzera. Se già un cantone Grigioni, trilingue, riduce la conoscenza delle lingue autoctone, è veramente preoccupante».
Come giustamente sottolineava, non è la prima volta che l’italiano viene messo in discussione. Ma è così importante dare priorità all’inglese, da parte di chi promuove questa proposta?
«L’inglese giocoforza è una lingua che poi tu impari, chi si muove a livello nazionale e internazionale a priori deve impararlo. Anche a livello universitario parecchi documenti sono in inglese, l’informatica, … . Ma giocare sul fatto che l’inglese ha un valore “globale” è uno sgambetto verso le minoranze linguistiche grigionesi, che vedono allontanarsi il principio della coesione e della solidarietà all’interno del cantone. Si va verso uno sgretolamento di quei principi che in passato erano intoccabili, e loro erano soprattutto per la destra. Quello che dà estremamente fastidio è che adesso proprio la destra, forse perché l’inglese è la lingua del mercato, della finanza, si mette seguire le strade dettate dall’economia, anche su questi temi. A mio avviso però, visto il valore culturale di una lingua, non si può transigere a favore dell’inglese».
Quando è stato annunciato il lancio di questa iniziativa Marco Romano su Facebook ha provocatoriamente scritto “considerato il rispetto per l’italiano da parte dei grigionesi, il “Grigioni italiano” (dalla Moesa fino al Bernina passando dalla Bregaglia) si stacchi dal proprio Cantone e si annetta al Ticino”. Cosa ne pensa?
«Noi grigionesi siamo molto attaccati alle nostre tradizioni politico-culturali, e anche il legame nei confronti di Coira è forte. Una cultura sotto certi versi più “montana”, che ci porta a sentirci più uniti. È una cultura diversa da quella ticinese. Posso immaginarmi che un mesolcinese, che vive più vicino al Ticino e vi è più legato, possa sentirsi attratto. Da lì a mettere in discussione i confini cantonali… ma non si rafforzerebbe il multilinguismo, e tanto meno quello grigionese. La trovo una battuta estremamente fuori luogo, perché si indebolirebbe ulteriormente il valore dell’italiano, anche per il Ticino. L’italiano sarebbe la lingua di un solo cantone, perderebbe di importanza».
In passato si sono viste università che volevano abolire le cattedre di letteratura italiana, licei che volevano abolire l’insegnamento opzionale dell’italiano, nei Grigioni abbiamo quest’iniziativa, … . Secondo lei, al di là degli appelli, è possibile fare qualcosa di più per la salvaguardia dell’italiano in Svizzera?
«Io sono molto legata al concetto universitario di von Humboldt, e in tal senso ad esempio ho visto la nascita dell’Università della Svizzera italiana come una grande criticità, proprio perché non offriva una multidisciplinarietà e un cuore linguistico. Bisogna tornare a valorizzare la conoscenza della lingua, con tutto quello che c’è dietro. La linguistica ha un valore inestimabile, ha un influsso sul nostro modo di pensare. Tutte cose che non si traducono immediatamente in soldi, ma che permettono una flessibilità, un dinamismo mentale preziosissimo. Per tornare alle università, le cattedre devono nascere, non sparire: ma non solo quelle rivolte al mercato o a quelle scienze funzionali al mercato. Il valore aggiunto deve nascere dal ripensamento del valore dell’italiano, anche perché non ci sono solo i ticinesi e i grigionesi, ma anche una forte componente di italiani che sono immigrati in Svizzera. Insomma, bisognerebbe investire sulle lingue nazionali, com’è stato il caso quando si è salvata la cattedra di romancio a Friborgo. Quello che si potrebbe fare è ad esempio favorire la mobilità, ad esempio collaborando maggiormente con le università italiane, che potrebbero portare anche numerosi studenti. Un ragionamento analogo andrebbe fatto peraltro anche con altre lingue non nazionali presenti sul territorio svizzero. Il passo successivo è chiaramente riportare le conoscenze sul territorio, non lasciandole confinate nei muri delle università, facendo conoscere gli studi che emergono. In questo senso manca un impatto di queste conoscenze nella vita quotidiana, il ponte fra il mondo accademico e il mondo reale è carente, e ancor più in termini linguistici».

10 febbraio 2013

Comune di Gambarogno - Novità e informazioni varie


Venerdì scorso il nostro gruppo si è incontrato e successivamente ha posto alcune domande al Municipio in merito a pendenze e realizzazione di progetti sui quali si è interessati a conoscere i prossimi passi e le rispettive tempistiche. Non entro nel merito, ma lo farò  puntualmente nell'affrontare tema per tema - ecco piuttosto le risposte:

Progetto mobilità SUPSI
E' stata consegnata la versione defintiva pochi giorni orsono; lo studio sarà oggetto di discussione in una prossima riunione di Municipio. Da definire le eventuali tappe (moduli) successivi e i primi interventi puntuali proposti. Seguirà informazione.
Mozione operatore sociale
E' stato allestito un rapporto interno sul quale il Municipio ha richiesto ulteriori approfondimenti. Si aprono a breve interessanti prospettive per ottenere la collaborazione di una Fondazione svizzera che mette a disposizione del Comune Assistenti sociali formati e di esperienza per i casi che dovessero presentarsi. La Fondazione è pure disposta a metterci a disposizione un collaboratore scientifico per eseguire un'analisi/radiografia del Comune intesa a evidenziare le necessità sociali e l'idoneità della rete sociali di riferimento. Si sta pure lavorando per migliorare la formazione specifica e mirata delle due funzionarie impiegate nello sportello AVS/sociale e alla realizzazione di una piattaforma informativa (interna e per l'utenza) sulla rete sociale cantonale. A breve seguirà informazione per le commissioni sociali e petizioni.
Mozione circondari elettorali
Il Municipio ha rinunciato a prendere posizione e rilasciare un rapporto all'indirizzo della commissione che è quindi competente per trattare la mozione ad essa demandata dal CC.
Uffici postali di Contone e Quartino
Il tema è stato discusso con le Commissioni di frazione competenti; sulla scorta di quanto emerso è stata formulata alla Direzione della Posta una proposta concreta per la quale si è ancora in attesa di una risposta. 
Centro sportivo comunale di Magadino
Pratica in corso; ritardi in parte dovuti a problemi relativi ai diritti d'autore sul progetto iniziale.
Commissione tributaria 
Nel corso della passata legislatura la commissione tributaria è stata riunita quattro volte e ha svolto un serio lavoro di approfondimento. Purtroppo, ci si è accorti che le effettive competenze e possibilità di intervento a livello tributario sono assai limitate. In collaborazione con l'autorità fiscale preposta si è deciso di convocare la commissione solo in presenza di casi specifici da approfondire.
Commissione cultura
Trattasi di una commissione consultiva del Municipio che sarà convocata in presenza di progetti e necessità.

Composizione e orari d’apertura uffici elettorali, Domenica 3.3.2013, dalle ore 10.00 alle 12.00

Contone
Presidente                       Gianpietro Ferrari
Membri                           Maria Leoni, Michele Sargenti
Segretario                       Barbara Milani
Magadino
Presidente                       Carmen Gabbani
Membri                           Ivan Sargenti, Luca Romeo
Segretario                       Katiuscia Albertoni
San Nazzaro
Presidente                       Eros Nessi
Membri                          Graziano Clerici, Enrico Pelloni
Segretario                       Giulia Gaia
Data dei prossimi Consigli comunali
Indicativamente il 22 aprile 2013 e ad inizio giugno 2013. 

Preventivo del Comune di Gambarogno: si può fare di meglio!

Il Comune di Gambarogno è alla sua seconda legislatura e l'immagine di una società borghese, benestante e con le personcine con i piedini al caldo è più che mai attuale. Lo confermano le voci del Piano finanziario e del Preventivo 2013 presentati in occasione dell'ultima riunione del Consiglio comunale. 

L'immagine della società ritratta da questi documenti è a mio avviso inquietante. Probabilmente tutte le famiglie stanno alla grande, non ci sono bisogni sociali di alcun genere (Guai! Ce ne sono? Peggio per loro!), le donne è bene che stiano a casa a cucinare e curare figli, visto che gli asili nido non servono, ci mancherebbe! Ha le idee chiarissime a questo proposito il Sindaco Ponti che a proposito sostiene che  "Non è compito del comune imboccare i cittadini!" Ricordandomi oltretutto che gli asili nido nel Gambarogno ci sono. Penso allora di essermi persa qualcosa. Rifletto a 360 gradi, ma niente. Non mi risulta e mi sembra strano non essere informata sul tema, visto che un sostegno in questo senso lo avremmo bisogno in famiglia e sicuramente ne sarei venuta a conoscenza. Poi capisco che si riferisce alle due soluzioni di pre-asilo, in cui praticamente le mamme si ritrovano per condividere alcune ore in compagnia dei propri piccoli, alcune mezze giornate la settimana. Premetto, la trovo una splendida occasione di socializzazione per bimbi e famiglie, ma per le famiglie in cui lavorano entrambi i genitori, purtroppo si tratta di un'offerta impraticabile. E lì mi sono cadute le braccia. Certo, gli uomini come il Signor Sindaco, è giusto che si preoccupino di lavorare e governare. Su questo, la visione della società gambarognese è più che coerente e chissà perchè non avevo dubbi che fosse così!
E per il Gambarogno non sono certo una priorità gli interventi a favore dei mezzi pubblici e della mobilità lenta - i tempi dello studio della SUPSI sulla mobilità sono infiniti, figuriamoci poi gli interventi ...tanto da indurmi a non chiamarli mezzi pubblici, ma offerte sporadiche di trasporto comune, tra un vagone merci e il prossimo vagone merci, che tarda poco ad arrivare. Ma in prima pagina di tanti giornali, ecco i titoli che affermano come il Comune di Gambarogno stia lottando contro tanti Golia - le FFS, recentemente la POSTA, da sempre la Swisscom e ora anche l'iniziativa Weber (e bravo Weber!). Dimenticavo il Cantone (...ma come ho fatto a dimenticarlo!), considerata la risposta che il Municipio ha ricevuto in merito alla pianificazione del territorio. Povero il nostro Davide, mi verrebbe quasi da dire...

Beh, ne ho viste di tutti i colori durante i mesi che hanno preceduto la riunione del Consiglio comunale di dicembre e sono, oltre che delusa, sconcertata. Vi sono stati numerosi momenti significativi in quel periodo, uno tra questi è stato quello in cui il Sindaco si è fatto forte, sostenendo che in questo esercizio vi era stato il "coinvolgimento" dei Gruppi! Che parolone! Anche in quella occasione ho pensato tra me e me, come fosse stato possibile essermi persa quella occasione! Cavoli sono Capogruppo e Membro/Vice-presidente della Commissione gestione - possibile essermi persa qualcosa di così importante? Poi capisco che il Sindaco ha un proprio concetto di "coinvolgimento" dei Gruppi. Lasciate che ve lo descriva: ci si ritrova il mese di settembre durante una riunione di Gruppo e (quasi sottovoce) il nostro Municipale ci legge una breve lista di progetti - niente dettagli, niente tempi e tanto meno soldi (insomma nulla sulle priorità) - vengono consegnate alcune copie del documento (strettamente confidenziali!) e si è invitati a segnalare se vi sono eventuali progetti che riteniamo importanti aggiungere ...chiaramente si fa subito riferimento al nostro programma politico e quanto detto in campagna elettorale, oltretutto anche dagli altri gruppi! Con Jacqueline allora ci troviamo e inviamo comunque ancora una serie di punti. Poi niente, fino a quando riceviamo dalla Cancelleria il materiale ufficiale dei temi all'ordine del giorno della riunione del CC di dicembre e tra questi c'è anche il famoso documento. Ecco come intende il Municipio il concetto di "coinvolgimento": viene messo lì un documento incompleto, senza priorità e in parte carente (soprattuto per quelli che sono i progetti che i gruppi in più occasioni hanno messo sul tavolo della discussione) e si chiede di far sapere se c'è ancora qualcosa che ci aspettiamo. Prendiamone semplicemente atto, così sapremo in futuro cosa ci aspetta.

In occasione di un incontro della Commissione Gestione con il Sindaco, incontro volto a capire meglio la natura del Piano finanziario e del Preventivo, sono state due le considerazioni che ho fatto nell'entrata in materia: una, evidentemente, sul fatto che durante la stesura del documento mi sarei aspettata un serio coinvolgimento dei Gruppi e perchè no, della popolazione. Dopo il lavoro di raccolta delle osservazione da parte dei Gruppi, una serata di presentazione e discussione del documento aperta a tutti, sarebbe stata a mio avviso più che opportuna. Pertanto non ritenevo si potesse parlare di "coinvolgimento" dei Gruppi. La seconda considerazione era rivolta al Piano finanziario: ho spiegato che per quanto riguardava diverse voci del documento, in particolare il Sociale, la Cultura e il tempo libero e la mobilità mancasse completamente progettualità e a dirlo era l'assenza di un qualsiasi stanziamento di voci risp. contributi. Apriti cielo! Toccato probabilmente sul vivo, il Sindaco Ponti ha reagito in modo brusco. La natura confidenziale della riunione non mi permette purtroppo di fornire maggiori dettagli, ma quello che ho assistito in quella occasione è stato per me sufficiente per convincermi che, per quanto riguarda il modo di portare avanti un discorso politico, io e il Signor Sindaco viviamo su due pianeti diversi - e in questo caso non scomodiamo Marte e Venere, né tanto meno un'incompatibilità caratteriale! ...chissà perchè, quando si entra sul vivo delle questioni, c'è chi invece di affrontare argomento per argomento, preferisce la scorciatoia buttando tutto sul piano caratteriale. E in questo caso non mi riferisco al Sindaco (!), ma a terzi che in passato si sono già espresse in questi termini. E questo avviene specialmente quando vi è un'interlocutrice donna. Mai notato? Fateci caso! :)

Insomma, quanto ho potuto osservare, vivere e leggere in quel periodo mi ha profondamente delusa e per questo motivo mi sono vista praticamente costretta a presentare un Rapporto di minoranza sui Conti preventivi, visto che quanto proposto dal Piano finanziario e di conseguenza dal Preventivo non mi convinceva per niente. Così in una nottata mi sono liberata di un peso che avrei continuato a portare se non avessi scritto quel rapporto. Per questioni di coerenza con quello che dico e faccio. E per quanto riguarda il sostegno alla mia proposta: ringrazio Luca Romeo e Gian Pietro Pawlowski, come anche i consiglieri comunali della Lega - in particolare il membro della Commissione Gestione Ivan Sargenti, che ha firmato inizialmente il Rapporto di maggioranza con riserva, per poi appoggiare invece gli argomenti riportati nel mio rapporto invitando però ad essere ancor più rigidi nel segnale da mandare al Municipio, ossia bocciare il  Preventivo. 

Sono trascorse settimane, mesi da quei giorni e sono sempre più convinta di aver fatto bene, molto bene a presentare quel rapporto, indipendentemente da quello che poi è stato l'esito del voto in Consiglio comunale. 

Concludo ringraziando Anna per avermi ascoltata, ben consigliata e soprattutto per avermi sostenuta in termini di consulenza didattica - su come affrontare al meglio la questione. Grazie per esserci sempre, Anna! :)

...e serenamente saluto! 
Nadia


Ecco il "Rapporto di minoranza"...ancora buona lettura! 

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Rapporto di minoranza della Commissione della Gestione sui
Conti preventivi 2013 del Comune di Gambarogno (MM 7/2012)

San Nazzaro, 9.12.2012

Egregio Presidente,
Stimate Colleghe e Stimati Colleghi del Consiglio comunale,

come evidenziato dal Rapporto di maggioranza presentato dalla Commissione gestione, il Piano finanziario presentato dal Municipio è silente in termini di linee guida e strategie di intervento politico. Gli intendimenti politici dell'Esecutivo sono di difficile lettura e questo documento ne è la conseguenza. Oltre agli indicatori contabili e a poche altre considerazioni, ci si può limitare praticamente solo all'analisi della sequenza di spese, rispettivamente ricavi da investimenti indicati nel documento. Il riepilogo degli ”investimenti considerati” per gli anni 2013-2016 attribuisce ad alcune voci delle cifre e ad altre nulla, mentre altre voci ancora – emerse durante “il coinvolgimento” dei gruppi politici – non sono state considerate in alcun modo. Se in alcuni casi il non aver indicato cifre è dovuto al fatto che queste non sono ancora definibili, in alcuni casi invece il non aver attribuito cifre sembra significare che l'investimento specifico non lo si ritiene un investimento prioritario, o magari non vi è la volontà politica da parte del Municipio di realizzarlo. Risulta difficile inoltre distinguere quali siano investimenti già votati e quali invece investimenti considerati dal Municipio.
Il tutto senza tener conto che, già nel corso della scorsa legislatura, a più riprese la Commissione gestione ha chiesto al Municipio di presentare un inventario degli immobili di proprietà del Comune affinché si potesse studiare, coinvolgendo la cittadinanza, la migliore strategia di consolidamento e sviluppo del nostro Comune. La progettualità ha respiro unicamente se vi è capacità di strategia e di visione, altrimenti il tutto rischia di tradursi in sterile esercizio contabile della cosa pubblica. E se da un lato la progettualità sembra finalmente toccare la realtà portuale del Gambarogno, non si può dire lo stesso per quello che riguarda i bisogni e le necessità della popolazione gambarognese in termini sociali, culturali, ambientali e di mobilità pubblica.

Il Piano finanziario e di riflesso il Preventivo sono particolarmente silenti rispetto ad interventi di natura sociale; lo dicono le cifre. Mancano risorse, progetti e pertanto risposte concrete a problemi e necessità della nostra popolazione; risposte che in occasione degli appuntamenti elettorali sono state promesse da più parti, ma che con il passare del tempo rischiano di rimanere parole al vento. Si tratta di bisogni che meritano l'attenzione del Municipio, così come concretezza e tempestività da parte del Legislativo: è nostro compito assumerci le nostre responsabilità e dare le risposte dovute alla popolazione, traducendo intenti e promesse in progetti concreti – sia a livello di Piano finanziario, che a livello di Preventivo.

Nel nostro Comune risultano esserci una cinquantina di casi di assistenza sociale (non tutti necessitano di una presa a carico) e vi sono inoltre casi che vengono segnalati dai diversi attori sociali della rete in cui oggi si opera a livello comunale, cantonale e in casi particolari nazionale. Inoltre è doveroso rendersi conto che l'evoluzione del numero di persone e nuclei familiari in difficoltà è in costante aumento [senza contare i casi così detti “sommersi” di cui non si conosce il numero esatto] e si tratta di casi la cui presa a carico probabilmente potrebbe essere gestita al meglio se, a livello di amministrazione comunale, vi fosse un profilo professionale adeguato (assistente sociale) al quale attribuire le dovute risorse anche per promuovere e coordinare progetti volti all'accompagnamento e all'aiuto delle persone in situazione di bisogno, delle loro cerchie familiari, progetti volti alla socializzazione e all'integrazione sociale. Negare l'esistenza di situazioni familiari e personali difficili nel Gambarogno, significa non guardare in faccia la realtà che ci circonda. Nonostante sia pendente una mozione che chiede l'introduzione di un operatore sociale, a tempo parziale e inizialmente magari in forma sperimentale, dopo un anno dalla presentazione della mozione sembra che i passi per muoversi in questa direzione siano lunghi e la strada tortuosa. Non risulta esserci pertanto alcuna spesa a preventivo e tanto meno emergono progetti rivolti a problematiche sociali a livello di Piano finanziario. Non resta che continuare ad invidiare Comuni (tra questi anche comuni meno popolati del nostro) che dopo aver introdotto l'operatore sociale, nel frattempo hanno già pubblicato concorsi destinati a profili ancora più specifici, come l'animatore sociale, ad esempio voluto per offrire una soluzione in termine di dopo-scuola.

Il nostro Comune conta inoltre ben 155 famiglie con figli e figlie al di sotto dei 3 anni. Partendo dal presupposto che, con i tempi (e i salari) che corrono, in numerose famiglie per sbarcare il lunario è necessario che lavorino entrambi i genitori (non per scelta, ma per necessità appunto), dobbiamo renderci conto che il Gambarogno non offre alcun sostegno a queste famiglie. Nel corso degli ultimi anni in altri comuni sono stati istituiti asili nido, anche comunali, destinati a rispondere ai bisogni delle famiglie e della nostra società. Oggi vi sono famiglie gambarognesi che portano i loro figli in asili nido di altri comuni, perché sul nostro territorio non vi sono strutture di questo tipo, oppure fanno capo ad altre forme di accudimento dei figli che in certi casi consistono in soluzione di ripiego, per nulla ottimali. Ebbene è stato detto che si sta lavorando per realizzare una struttura di questo tipo, ma indipendentemente dalla forma giuridica che avrà poi questa struttura, a Preventivo e tanto meno a livello di Piano finanziario non appare alcuna voce di investimento che ricordi questa intenzione. Neppure in termini di studio preliminare di fattibilità volto a far luce sulla sostenibilità di questo progetto in termini finanziari (gli esempi dai quali prendere spunto certo non mancano); oltretutto tenendo conto che per la realizzazione della struttura vi è la possibilità di accedere a finanziamenti stanziati dalla Confederazione.

Anche la cultura e il tempo libero non trovano grande sostegno in questo Preventivo e in questo Piano finanziario. Sono assai limitati anche gli investimenti a favore della ristrutturazione e migliorie dei bagni spiaggia (CHF 100'000.-), il cui importo indicato riguarda puntualmente Gerra ed “è puramente indicativo per marcare la volontà di procedere in questo senso” (risposta del Municipio). Vi è poi lo stanziamento di un credito non indifferente per il risanamento del Centro sportivo – a preventivo si tratta di CHF 60'000, mentre a livello di Piano finanziario si tratta di una spesa pari a CHF 1.8 Mio. Calcolando oltretutto che annualmente il centro sportivo costa alla popolazione più di CHF 400'000 e che praticamente è una realtà aperta a pochi, ne possono beneficiare pertanto poche associazioni e non mi sembra di poter dire che anche in seguito allo stanziamento di CHF 1.8 Mio la popolazione ne potrà beneficiare in modo diretto. Un centro polivalente avrebbe sicuramente anche un richiamo turistico diverso e lo stanziamento di un credito adeguato dovrebbe portare un beneficio diretto alla popolazione; quanto ci si appresta a realizzare non sembra andare in questa direzione. Prima che si realizzi un centro sportivo accessibile e d'interesse per pochi, merita di essere promossa un'analisi dei bisogni, non solo rivolta ai giovani. Anche in questo caso lo stanziamento di un credito per l'analisi di quelli che sono i reali bisogni e le reali possibilità/potenzialità del nostro Comune e del nostro territorio risulta essere indispensabile. Uno studio approfondito potrebbe chiarire meglio quelli che sono i bisogni della cittadinanza (tutte le fasce d'età) rispetto a quanto già previsto. La Commissione gestione ha auspicato il coinvolgimento della popolazione nello stanziamento dei singoli crediti di realizzazione, ma in termini finanziari il Preventivo è silente e a costo zero studi preliminari di questa portata non se ne realizzano.

Riprendo ancora una sola voce a Preventivo che ha destato non pochi dubbi sulla gestione delle risorse – ossia l'importo di ca. CHF 100'000 a Preventivo per il pagamento di ore straordinarie. Questa cifra dimostra che il personale non è commisurato ai bisogni, in quanto se non si tratta di ore recuperabili in tempo libero, non si capisce come queste ore straordinarie – con i tempi che corrono - non possano essere tramutate in due posti di lavoro ev. a tempo parziale, magari a disposizione di persone domiciliate nel nostro Comune. Non è accettabile che a preventivo ci sia una cifra di questo tipo. Avvallando questo Preventivo si darebbe il benestare ad una gestione delle risorse – in questo caso “umane” - assolutamente fuori luogo.

Infine sollecito la presentazione dell'esito della prima parte dello studio sulla mobilità promosso dalla SUPSI. La tempistica anche solo per la presentazione dei primi moduli dello studio si protrae oltre i tempi prestabiliti e se già è previsto a livello di Piano finanziario lo stanziamento di altri crediti di studio, significa che la risposta ai bisogni è lungi da essere imminente. Cosa che deve preoccupare la popolazione del Gambarogno che si trova a fare i conti con un traffico ferroviario insostenibile incentrato sui treni merci, l'aumento del traffico stradale che nel corso degli ultimi mesi è caratterizzato da frequenti passaggi di mezzi particolarmente pesanti (il cui controllo lascia ahimé a desiderare) e i mezzi lacustri, che invece di essere incentivati e potenziati, vengono messi in discussione – alla peggio perfino tagliati. Urge pertanto un valido e lungimirante intervento politico a questi bisogni (oltre a quanto già previsto in termini di mobilità lenta); un intervento che non si può ridurre in soli crediti studio – vi sono interessanti progetti pilota realizzati in Svizzera che potrebbero rispondere anche alle nostre esigenze. Investimenti nella ricerca di soluzioni al problema dei trasporti pubblici sono in ogni caso da prevedere ed è indispensabile promuovere quanto prima progetti innovativi affinché la popolazione possa trovare al più presto risposte concrete ai problemi del trasporto pubblico gambarognese.


Le problematiche sovraesposte meritano l'attenzione e la considerazione da parte del nostro Esecutivo, mentre a Preventivo e a livello di Piano finanziario mancano risposte adeguate. Una riflessione va allora fatta: c'è da chiedersi se mancano le risorse per la loro considerazione/realizzazione; cosa poco plausibile, quando il risultato d'esercizio è quello preventivato e quando vi è chi, anche solo lontanamente, ha pensato di valutare l'abbassamento del moltiplicatore di 5 punti percentuali. Le risorse per quanto indicato sopra (studi, ecc.) probabilmente ci sono e a questo punto quello che sembrerebbe mancare è la volontà politica di andare in questa direzione, visto che a Preventivo e a Piano finanziario queste voci non risultano e in termini di mobilità, le tempistiche sembrano risolvere i problemi per le future generazioni i cui bisogni poi saranno già mutati.
Questo significa che, sulla base dei dati, nonostante si possa presumere che vi siano delle necessità e dei bisogni della popolazionenella peggiore dei casi, della popolazione più bisognosac'è chi decide di non tenerne conto e, contrariamente ai propri proclami elettorali, abbandona le proprie concittadine e i propri concittadini senza farsene carico a livello di azione politica. Le voci a Preventivo e a livello di Piano finanziario parlano chiaro.

Considerato che i problemi della nostra gente meritano sempre l'attenzione di tutta la classe politica – e non solo quando c'è da raccogliere voti - sono convinta che quanto esposto sopra necessiti di risposte concrete a livello di Piano finanziario 2013-2016 e di Preventivo 2013, fosse anche solo in termini di studio di fattibilità (operatore sociale, asilo nido, studio su un centro sportivo polivalente, ecc.) e di correttivo contabile risp. di gestione (per quanto concerne le ore straordinarie). Non si possono ignorare dei bisogni e delle necessità anche urgenti delle fasce più deboli della nostra società, delle persone in difficoltà, di famiglie che necessitano di un sostegno nell'accudimento dei figli, di giovani che faticano a trovare i loro luoghi di incontro e i mezzi di trasporto adatti ad una vita sociale che si rispetti, di anziani che sempre più spesso vivono in totale solitudine, di persone di ogni età che cercano quanto prima dei luoghi in cui ritrovarsi, documentarsi, formarsi, confrontarsi o semplicemente un luogo in cui poter socializzare.

Non trovando risposte adeguate in questo Preventivo e in questo Piano finanziario a queste, ma anche ad altre esigenze prioritarie del nostro Comune, e considerate inoltre le critiche puntuali contenute nel rapporto di maggioranza, propongo l'astensione al voto dei conti preventivi 2013, affinché l'Esecutivo capisca l'importanza di assumersi le proprie responsabilità e corregga di conseguenza il Piano finanziario, 2013-2016 così come il Preventivo ripresentandoli quanto prima all'Esecutivo.

Ringrazio per l'attenzione e saluto cordialmente.

Nadia Pittà Buetti