Intervista di Ticinolibero - 14.09.2013
Link ticinolibero.ch
Topless, burqa e mutande , uno scontro tutto al femminile
Il divieto del burqa spacca l’opinione pubblica, fra libertà della donna e libertà religiosa, passando per l’integrazione degli stranieri. A confronto la granconsigliera Lara Filippini (UDC) e la presidente del comitato cantonale PS Nadia Pittà.
Vota la tua preferita!
1. Cognome e nome
Pittà Buetti Nadia
2. Data di nascita
7 novembre 1974
3. Quante donne con il burqa hai visto negli
ultimi mesi in Ticino?
Nessuna.
4. Il 22 settembre voteremo un’iniziativa
“anti-burqa” e un controprogetto. Cosa voterai?
Voterò No all'iniziativa e No al
controprogetto. Alla domanda che chiede, nel caso in cui vengano
accettate entrambe le proposte, quale proposta debba entrare in
vigore - con il naso tappato e nera per dovermi esprimere su
proposte a mio avviso anticostituzionali perchè ledono i diritti
fondamentali - voterò il controprogetto, il minore dei mali.
5. Il burqa è un simbolo di oppressione maschilista?
Il burqa è un capo d'abbigliamento indossato
da donne che ideologicamente la pensano diversamente da me e
culturalmente vivono in un contesto diverso dal mio. Non spetta a
me giudicare se questo è o non è un simbolo di oppressione
maschilista. Personalmente la vivrei come un'imposizione
inaccettabile e mi ribellerei nel doverlo portare. Se queste donne
lo riterranno tale e ne saranno infastidite, lotterranno per non
doverlo indossare. Imporre loro quella che noi consideriamo
un'emancipazione culturale, oltretutto tramite divieti, non la
ritengo un'imposizione degna del nostro livello di civilità. Sono
altre le problematiche che nella nostra cultura ledono i diritti
delle donne e sono oltretutto molto più concrete - la violenza
psichica e fisica che subiscono le donne, le disparità salariali,
le difficoltà ad arrivare in sistemi prettamente maschili (come
quello della politica e dell'economia), la precarietà dei lavori
svolti dalle donne (inclusi i lavori non remunerati), ecc. -
discriminazioni sulle quali varrebbe la pena chinarsi. Il burqa
non la sento per niente una minaccia e trovo ridicolo e
pretestuoso ricondurre il tutto al tema della sicurezza.
6. I fautori del divieto di indossare il burqa
parlano di libertà della donna. La libertà di una donna si
ottiene con un divieto?
Il divieto di indossare il burqa è
un'imposizione che limita la libertà dell'individuo in termini
culturali, religiosi e pertanto lede a mio avviso la nostra
Costituzione e i diritti fondamentali su cui si fonda. Questo è un divieto che nasce dall'odio, la paura
e la scarsa conoscenza del diverso nei confronti di una specifica
religione, una specifica cultura e si traduce nell'iniziativa in
divieto di indossare certi tipi di abbigliamento, così come nel
controprogetto. Quest'ultimo cerca di slegare la ragione prima del
divieto, ossia la questione religiosa, relativizzandolo e
attribuendolo a motivi di sicurezza. Di fatto la conseguenza è la
medesima - è una norma che lede i diritti fondamentali tramite un
divieto assurdo, considerate oltretutte le eccezioni che si
portano nella norma. Potrei pensare che alcune delle nostre usanze
- se mi riferisco all'argomento della sicurezza - sono tanto
incerte quanto il burqa, no? Ma allora, in fondo in fondo, non si
tratta di una questione di sicurezza, bensì di odio religioso, di
apatia culturale e di paura del diverso e del confronto. La nostra
identità è forte, radicata su principi umani e pertanto non deve
temere confronti.
7. Come mai le femministe sono contrarie al
divieto del burqa?
Perchè il divieto del burqa non fa che
peggiorare la loro situazione, indipendentemente da quello che si
possa pensare del burqa. Di fatto queste donne saranno costrette a
restare a casa e la disgregazione non facilita certo il confronto
sul tema, l'integrazione, ecc.
8. Il burqa è un simbolo religioso?
Lo è sicuramente per chi ha proposto
l'iniziativa e questo è quanto basta per ritenerla una
provocazione politica che lede i diritti fondamentali.
Personalmente lo considero un capo di abbigliamento tipico di una
certa cultura che si rifà a sua volta ad una religione. Lascio che sia chi lo porta a dargli il
significato che vuole.
9. Vietare il burqa significa essere
“islamofobici”? O le donne con il burqa sono il simbolo
dell’avanzata dell’islam in Europa?
Sì, come anticipato, il principio di fondo
dell'iniziativa (come quello del controprogetto, fatto salvo che
si fonda sul pretesto della sicurezza) sono proprio l'odio e la
paura verso l'islam (cha ha poi tante diverse sfaccettature ed è
molto diversa da paese a paese e regione del mondo in cui si
pratica). Per quanto concerne l'avanzata dell'islam
nell'Occidente, ricordo quando nel 1996 all'Università di Berna,
con il professore di sociologia Farhad Afshar, abbiamo trattato il
libro "Lo scontro delle civiltà" scritto da Samuel Huntington.
Ecco un libro che risponde bene alle paure fomentate dal
conservatore Huntington; un libro in cui la paura delle invasioni
legittima risposte come quelle che vengono messe in atto da
provocazioni politiche come questa.
10. Cosa significa per te integrazione degli
stranieri?
Significa un avvicinamento di due culture e
modi di vita diversi, che tramite il dialogo e l'incontro, si
arrichiscono reciprocamente. Non sempre è il dialogo è facile, ma
sicuramente è l'unica strada percorribile. La diversità può essere
fonte di arrichimento reciproco e di migliore conoscenza e
consapevolezza di noi stessi e della nostra cultura. Nel confronto
emergono i caratteri della nostra identità. Solo culture che
temono il diverso si chiudono a riccio su loro stesse, non
crescono e col tempo - a mio avviso - rischiano l'estinzione.
L'integrazione in Svizzera di popoli stranieri si deve fondare
prima di tutto sulla conoscenza e sul rispetto reciproco. Il
nostro sistema politico democratico, in cui la partecipazione
dovrebbe essere aperta a chi da anni vive nel nostro Paese, è poi
quello che funge da trasformatore di quelle che possono essere
delle nuove forme di vita comune, nel rispetto dei diritti
fondamentali e della dignità della persona. Oggi il confronto è
troppo spesso letto come conflitto, dalla connotazione negativa,
mentre a mio avviso il confronto di idee ed opinioni dev'essere
piuttosto il motore che permette di vivere
insieme e crescere reciprocamente
nell'emancipazione.
11. Se fosse vietato il burqa non si corre il
rischio che delle donne siano obbligate a rimanere segregate
in casa dai loro mariti?
La conseguenza pratica delle due proposte in
votazione è proprio quella. Costringere queste donne ai muri di
casa.
12. Se tu dovessi andare in un ipotetico paese
dove le donne circolano in topless… ti adegueresti agli usi
locali?
Lei se dovesse andare in un paese in cui si
usa girare senza mutande e pantaloni si adeguerebbe?
13. E se invece tu andassi in un paese dove
normalmente le donne indossano il burqa… ti adegueresti agli
usi locali?
Nel rispetto della cultura con cui mi trovo
confrontata, probabilmente lo indosserei. Mi informerei se ci sono
modi di coprirsi accettati in quella cultura, per me meno
invasivi e limitanti.