15 settembre 2013

Votazione cantonale per introdurre il divieto del burqa in Ticino

Intervista di Ticinolibero - 14.09.2013
Link ticinolibero.ch

Topless, burqa e mutande , uno scontro tutto al femminile


Il divieto del burqa spacca l’opinione pubblica, fra libertà della donna e libertà religiosa, passando per l’integrazione degli stranieri. A confronto la granconsigliera Lara Filippini (UDC) e la presidente del comitato cantonale PS Nadia Pittà. 
Vota la tua preferita!

1. Cognome e nome
Pittà Buetti Nadia

2. Data di nascita
7 novembre 1974

3. Quante donne con il burqa hai visto negli ultimi mesi in Ticino?
Nessuna.

 4. Il 22 settembre voteremo un’iniziativa “anti-burqa” e un controprogetto. Cosa voterai?
Voterò No all'iniziativa e No al controprogetto. Alla domanda che chiede, nel caso in cui vengano accettate entrambe le proposte, quale proposta debba entrare in vigore - con il naso tappato e nera per dovermi esprimere su proposte a mio avviso anticostituzionali perchè ledono i diritti fondamentali - voterò il controprogetto, il minore dei mali. 

5. Il burqa è un simbolo di oppressione maschilista?
Il burqa è un capo d'abbigliamento indossato da donne che ideologicamente la pensano diversamente da me e culturalmente vivono in un contesto diverso dal mio. Non spetta a me giudicare se questo è o non è un simbolo di oppressione maschilista. Personalmente la vivrei come un'imposizione inaccettabile e mi ribellerei nel doverlo portare. Se queste donne lo riterranno tale e ne saranno infastidite, lotterranno per non doverlo indossare. Imporre loro quella che noi consideriamo un'emancipazione culturale, oltretutto tramite divieti, non la ritengo un'imposizione degna del nostro livello di civilità. Sono altre le problematiche che nella nostra cultura ledono i diritti delle donne e sono oltretutto molto più concrete - la violenza psichica e fisica che subiscono le donne, le disparità salariali, le difficoltà ad arrivare in sistemi prettamente maschili (come quello della politica e dell'economia), la precarietà dei lavori svolti dalle donne (inclusi i lavori non remunerati), ecc. - discriminazioni sulle quali varrebbe la pena chinarsi. Il burqa non la sento per niente una minaccia e trovo ridicolo e pretestuoso ricondurre il tutto al tema della sicurezza.


6. I fautori del divieto di indossare il burqa parlano di libertà della donna. La libertà di una donna si ottiene con un divieto?
Il divieto di indossare il burqa è un'imposizione che limita la libertà dell'individuo in termini culturali, religiosi e pertanto lede a mio avviso la nostra Costituzione e i diritti fondamentali su cui si fonda. Questo è un divieto che nasce dall'odio, la paura e la scarsa conoscenza del diverso nei confronti di una specifica religione, una specifica cultura e si traduce nell'iniziativa in divieto di indossare certi tipi di abbigliamento, così come nel controprogetto. Quest'ultimo cerca di slegare la ragione prima del divieto, ossia la questione religiosa, relativizzandolo e attribuendolo a motivi di sicurezza. Di fatto la conseguenza è la medesima - è una norma che lede i diritti fondamentali tramite un divieto assurdo, considerate oltretutte le eccezioni che si portano nella norma. Potrei pensare che alcune delle nostre usanze - se mi riferisco all'argomento della sicurezza -  sono tanto incerte quanto il burqa, no? Ma allora, in fondo in fondo, non si tratta di una questione di sicurezza, bensì di odio religioso, di apatia culturale e di paura del diverso e del confronto. La nostra identità è forte, radicata su principi umani e pertanto non deve temere confronti.

7. Come mai le femministe sono contrarie al divieto del burqa?
Perchè il divieto del burqa non fa che peggiorare la loro situazione, indipendentemente da quello che si possa pensare del burqa. Di fatto queste donne saranno costrette a restare a casa e la disgregazione non facilita certo il confronto sul tema, l'integrazione, ecc.

8. Il burqa è un simbolo religioso?
Lo è sicuramente per chi ha proposto l'iniziativa e questo è quanto basta per ritenerla una provocazione politica che lede i diritti fondamentali. Personalmente lo considero un capo di abbigliamento tipico di una certa cultura che si rifà a sua volta ad una religione. Lascio che sia chi lo porta a dargli il significato che vuole. 

9. Vietare il burqa significa essere “islamofobici”? O le donne con il burqa sono il simbolo dell’avanzata dell’islam in Europa?
Sì, come anticipato, il principio di fondo dell'iniziativa (come quello del controprogetto, fatto salvo che si fonda sul pretesto della sicurezza) sono proprio l'odio e la paura verso l'islam (cha ha poi tante diverse sfaccettature ed è molto diversa da paese a paese e regione del mondo in cui si pratica). Per quanto concerne l'avanzata dell'islam nell'Occidente, ricordo quando nel 1996 all'Università di Berna, con il professore di sociologia Farhad Afshar, abbiamo trattato il libro "Lo scontro delle civiltà" scritto da Samuel Huntington. Ecco un libro che risponde bene alle paure fomentate dal conservatore Huntington; un libro in cui la paura delle invasioni legittima risposte come quelle che vengono messe in atto da provocazioni politiche come questa.

10. Cosa significa per te integrazione degli stranieri?
Significa un avvicinamento di due culture e modi di vita diversi, che tramite il dialogo e l'incontro, si arrichiscono reciprocamente. Non sempre è il dialogo è facile, ma sicuramente è l'unica strada percorribile. La diversità può essere fonte di arrichimento reciproco e di migliore conoscenza e consapevolezza di noi stessi e della nostra cultura. Nel confronto emergono i caratteri della nostra identità. Solo culture che temono il diverso si chiudono a riccio su loro stesse, non crescono e col tempo - a mio avviso - rischiano l'estinzione. L'integrazione in Svizzera di popoli stranieri si deve fondare prima di tutto sulla conoscenza e sul rispetto reciproco. Il nostro sistema politico democratico, in cui la partecipazione dovrebbe essere aperta a chi da anni vive nel nostro Paese, è poi quello che funge da trasformatore di quelle che possono essere delle nuove forme di vita comune, nel rispetto dei diritti fondamentali e della dignità della persona. Oggi il confronto è troppo spesso letto come conflitto, dalla connotazione negativa, mentre a mio avviso il confronto di idee ed opinioni dev'essere piuttosto il motore che permette di vivere insieme e crescere reciprocamente nell'emancipazione.

11. Se fosse vietato il burqa non si corre il rischio che delle donne siano obbligate a rimanere segregate in casa dai loro mariti?
La conseguenza pratica delle due proposte in votazione è proprio quella. Costringere queste donne ai muri di casa.

12. Se tu dovessi andare in un ipotetico paese dove le donne circolano in topless… ti adegueresti agli usi locali?
Lei se dovesse andare in un paese in cui si usa girare senza mutande e pantaloni si adeguerebbe?

13. E se invece tu andassi in un paese dove normalmente le donne indossano il burqa… ti adegueresti agli usi locali?
Nel rispetto della cultura con cui mi trovo confrontata, probabilmente lo indosserei. Mi informerei se ci sono modi di coprirsi  accettati in quella cultura, per me meno invasivi e limitanti.