Mi ricordo ancora quando diversi anni fa, durante le riunioni di attac Berna avevamo ideato la festa anti-wef (oggi il Tour de Lorraine è ormai una vera tradizione!) e poi i giorni del Forum economico, quando insieme ad alcune amiche ci siamo recate nella blindata Davos, da vere grigionesi semplicemente con in mano la slitta. Poter incontrare per strada Couchepin e dirgliene quattro: una soddisfazione! Wow!
Così ora ripenso alla splendida Mafalda, raggiante, sorridente e sempre più sicura di sè! Ci mancherebbe, il neo-liberalismo ha fallito e lei aveva ragione! Peccato che a pagarne le spese non siano solo i superladroni, ma anche i piccoli risparmiatori caduti nell'ostentata sicurezza dei brookers - oggi belli e profumati, domani poveri e dannati. Loro che per anni si sono arricchiti speculando sulle "intenzioni" del mercato, in men che non si dica sono stati trascinati verso il basso da quello stesso vortice di speculazione che li ha illusi delle certezze più calcolate. Una cosa mi lascia l'amaro in bocca e cioè che la gente comune ora come ora viene tartassata dai media con storie, notizie e minacce che ricordano con insistenza la crisi, la paura, la precarietà che dilaga. Ma quando mai! La gente è una vita che vive per sbarcare il lunario! Ingiusto ora è dover pagare gli errori della finanza, che nei casi più disperati ha portato delle industrie locali a chiudere i battenti ....mentre a UBS i soldi sono stati concessi senza vincoli di alcun genere! Questo significa prendere in giro la cittadinanza, cari miei politici. Una bella faccia tosta!
Di fronte a tante sconsideratezze, questa mattina mi ha invece consolato poter ritrovare ragionevolezza, semplicità e positività nelle parole di un falegname. Si è trattato di un'intervista su Rete 1/RSI che faccio fatica a descrivere. Le sue parole, direi genuine, mi sono arrivate al cuore perchè dette con tanta semplicità, naturalezza, umiltà e con grande serenità. Mi ha fatto proprio bene, sentir parlare con onestà di speranza e di vicinanza alla natura, alle cose semplici. Ho sentito quasi un senso di invidia verso quel sapersi accontentare di una vita in una qualche valle discosta, come se volessi farla mia quella consapevolezza. Forse una certa malinconia verso una vita che ho lasciato, che non ho scelto.... Ma che spettacolo, iniziare una giornata così!
Beh, ecco perchè credo che la vera qualità della vita sia nelle cose semplici. E tornando all'economia: ecco perchè sono convinta che solo nell'economia socialmente ed ecologicamente responsabile si possa ritrovare la giusta dimensione del vivere e non del sopravvivere.
La vera voce della speranza, come già ricordato in passato, vive accanto al Forum di Davos e ha le sue radici nelle proposte discusse e analizzate dal Social Forum. E considerate le premesse, penso proprio che sarà il Sud America ad indicare la direzione per uscire dalla crisi del capitalismo, come liberarsi del neo-liberalismo. Finalmente ci siamo!!! E cito a questo proposito una notizia pubblicata oggi su swissinfo che riporta alcune interessanti notizie sul Social Forum:
"Il Dio mercato è ormai morto. I paesi ricchi, che si sentivano infallibili e giudicavano i paesi più poveri incompetenti, hanno provocato la crisi e oggi non hanno più lezioni da dare a nessuno. La gente diceva che un altro mondo era possibile. Oggi diciamo che un altro mondo non solo è possibile, ma che è necessario e imprescindibile".
Il presidente brasiliano Luiz Inacio da Silva, giunto giovedì a Belém assieme ai suoi olomoghi Hugo Chavez (Venezuela), Evo Morales (Bolivia), Rafael Correa (Ecuador) e Fernando Lugo (Paraguay), ha suscitato uno scroscio di applausi tra i circa 10'000 partecipanti a un dibattito sulla crisi e le sfide per l'America latina.
In quest'ottica, la crisi potrebbe rappresentare un'opportunità. Ad esempio, investendo nelle centrali eoliche, come propone il nuovo presidente statunitense Barack Obama, "si potrebbe sostenere l'economia e nello stesso tempo contenere la crisi climatica ed energetica", indica Oscar Ugarteche.
"I nostri governi hanno speso miliardi per salvare il sistema finanziario", aggiunge Martins. "Non abbiamo nulla in contrario, ma ciò dimostra anche che l'idea che gli Stati non potevano creare soldi è falsa. Quante volte si è sentito ripetere 'no, è una misura inflazionista' quando si chiedeva di aumentare un po' l'assistenza sociale?".
Martins propone quindi che per ogni franco versato per le banche, un altro venga speso per i servizi pubblici, per la ferrovia, per l'energia solare o per l'accesso gratuito ad internet e un terzo franco per la redistribuzione diretta delle rendite, come il salario minimo di reinserimento che esiste in Europa o la 'bolsa familia' (aiuto ai più poveri) in Brasile.
"Sono misure non solo indispensabili, ma che hanno anche un impatto positivo sull'impiego", sottolinea.
Notizia: swissinfo, Daniele Marianihttp://www.swissinfo.org/ita/prima_pagina/La_crisi_un_opportunita_per_costruire_un_altro_mondo.html?siteSect=105&sid=10270067&cKey=1233416312000&ty=st