14 dicembre 2009

Ecco come i furbi evadono il fisco!

Da alcune settimane aspettavo che France 3 inserisse su internet la puntata del programma di inchiesta  "Pièces à conviction"andata in onda lunedì 16 novembre 2009. La trasmissione curata da Elise Lucet e il suo staff trattava il tema dei paradisi fiscali ed era intitolata "Evasion fiscale: comment les riches paient aussi peu d'impôts"




A metà novembre mi trovavo a Berna (quando riesco, un giretto nella capitale lo faccio sempre volentieri) e insieme a Petra e Sid mi è capitato di guardare la trasmissione Pièces à conviction. Devo dire che nonostante diversi aspetti li conoscessi, magari non così nel dettaglio, ho appreso un sacco di cose sui paradisi fiscali! E si tratta di cose che ognuno di noi dovrebbe sapere! ...quindi invito tutti a dedicare pazientemente un pochino del proprio tempo per guardare questa puntata sull'evasione fiscale! Vi sono testimonianze e interviste ad esperti le cui considerazioni meritano di essere conosciute!
In sintesi e spiegato in parole povere, il meccanismo alla base di queste frodi è "il prezzo delle transazioni" (transfer) che, spiegato in modo molto semplificato, funziona in questo modo: la società A, multinazionale con sede in un certo paese, vende i propri prodotti/servizi ad una società B che ha sede in un paradiso fiscale per un prezzo molto basso, praticamente sottocosto. Questo fa sì che la società A, ricavando poco o niente dalla sua vendita si veda tassare poco o niente nel proprio paese. La società B, società collegata alla società A (!) venderà poi il prodotto/il servizio della società A ad una società C che pagherà un prezzo alto, magari anche adeguato, ma intanto la società B con sede in un paradiso fiscale di imposte ne pagherà poche, permettendo così al gruppo a cui partecipa anche la società A di guadagnare dei bei soldoni!

Ecco qui un giochino fiscale di cui nessuno parla, spesso neppure i politici ...anche se nella trasmissione che vi invito a seguire con attenzione, fortunatamente qualcuno sembra voler fare chiarezza ...speriamo anche giustizia!

Clicka sul titolo della trasmissione (link) per accedere direttamente alla pagina specifica sul sito di France 3: "Evasion fiscale: comment les riches paient aussi peu d'impôts".

Allora? Cosa aspettate? Sù, non perdetevi questo splendido documentario!
...e a riblog, più saggi che mai!
Nadia


6 dicembre 2009

Splendida serata della Chanzun Rumantscha!

Ieri sera a vincere non è stata solo La sera sper il lag, la canzone nominata Chanzun Rumantscha. Ieri ha vinto il mondo della musica grigionese valorizzato dall'ottima coproduzione RTR - RSI. Hanno vinto le emozioni di molti partecipanti, degli artisti sì, ma anche degli ospiti - politici compresi! Ha vinto l'importante lavoro dei numerosi tecnici e professionisti al lavoro.

E come non ricordare la simpatica conduzione di Isabella Wieland e Alain Melchionda, una co-conduzione italiano-romancia riuscitissima, giovane, genuina che ricordava in qualche modo la semplicità e l'autenticità che caratterizzano il modo di essere della popolazione grigionese ...quella spontaneità, quella sincerità che ti arriva al cuore. A loro e a tutta la produzione RTR-RSI un grandissimo Complimento! Siete stati favolosi!

Ci è piaciuta l'atmosfera venutasi a creare, un'atmosfera di cordialità che ha messo tutti a proprio agio e che ci ha accompagnato in ogni momento della serata. La musica è stata sicuramente la protagonista della serata e come ha spiegato anche la Consigliera federale Widmer Schlumpf forse un coro di parlamentari farebbe bene non solo a Coira, ma anche a Berna! Il coro del Gran Consiglio Grigionese permette ai politici di trovare dei momenti comuni in armonia. Schlumpf lo considera un segno forte di integrità. Beh, sì, Berna ne avrebbe bisogno (Schlumpf, ha lanciato la sfida!)... personalmente non nego che anche al Ticino potrebbe far bene!!

Sono stati significativi anche i messaggi di Mariano Tschuor, Direttore della RTR e Luciano Lavagetti, Respondabile del Dipartimento Intrattenimento RSI. Se Tschuor ha ringraziato la RSI per l'accoglienza e per l'ospitalità, Lavagetti ha sottolineato come ci sia sentiti travolti dalla simpatia di una minoranza culturale "che fa parte del nostro DNA" e che, come minoranza, ha bisogno di esprimersi. Lavagetti ha infine salutato con piacere il bel pezzo di Grigioni presente in studio auspicandosi di rinnovare, speriamo presto, questa riuscita collaborazione. Tschour ha concluso ricordando l'importante valore della società grigionese, una società in cui l'integrazione è fondamentale, come in questa finale in cui vi erano presenti diversi stili musicali che hanno saputo dar vita ad un'identità ricca di armonia.

E infine un ultimo pensiero lo dedico a loro, gli artisti del gruppo Ba-rock, che dopo vent'anni si sono ritrovati ed hanno passato una splendida serata in compagnia, rivivendo avventure passate, che a dire dal "grande" pubblico sono ancora molto molto attuali! La loro musica ha lasciato un vero e proprio segno indelebile nei cuori della gente e ieri sera, per chissà quale motivo (per quanto mi riguarda, la conoscenza del Signor Schnoz, è un motivo più che valido! Simpaticissimo!), il destino ha voluto riunirli! Siete stati veramente forti!

Grazia fitch a tut & Allegra!!
Nadia

Allora, cosa aspettate? Sù, andate a visitare i link della famiglia Schnoz! Una famiglia di veri artisti che invito a conoscere meglio: la splendida musica di Andi Schnoz - musicista e compositore - www.andi-schnoz.ch e le favolose fotografie di René Schnoz - regista e attore - www.rene-schnoz.com. Dai, sù, vale la pena, mi ringrazierete! Ciao & a riblog!


Fonte immagini: RTR (migliore visulalizzazione & fotografia di tutti i gruppi!)




4 novembre 2009

Spetga, neu dei Ba-Rock ...in Finalissima!!!

...non ci potevo credere! Ma chi l'avrebbe mai detto...
Questo pomeriggio mi chiama mio fratello e tra una cosa e l'altra mi chiede "Ma tu ti ricordi che quando studiavo a Disentis suonavo in un gruppo che poi aveva anche inciso un disco?" "Certo che mi ricordo" gli ho risposto "...e devo dire che ai tempi avete avuto anche il vostro successo!"

Beh, anni dopo, a loro insaputa, una canzone di questo disco è tra le grandi finaliste dell'evento che si terrà il 5 dicembre a Lugano, occasione in cui verrà eletta La Canzone romancia! L'evento è stato organizzato dalla Radio Televisione Romancia in collaborazione con la RSI (e questo è il sito ufficiale).

IL FINAL en la televisiun RSI LA1 a Lugano

L'emissiun finala vegn emessa live sonda saira, ils 5 da december 2009, a las 20.40 sin il chanal LA 1 da televisiun da Radiotelevisione svizzera RSI. En ina show cun tensiun, emoziuns ed umor sa preschentan ils interprets da las 10 chanzuns nominadas sche pussaivel en la furmaziun originala. Mo las chanzuns da chor vegnan tuttas interpretadas dal chor "cantus firmus".

Isabella Wieland da la Televisiun Rumantscha ed Alain Melchionda da Radiotelevisione svizzera preschentan las 10 chanzuns ch'èn vegnidas tschernidas per il final. Ulteriur divertiment e tensiun empermettan era ils giasts da surpraisa e la concurrenza cun premis attractivs.

Quella saira elegian ils aspectaturs da televisiun via tele-voting la chanzun che po sa numnar da là davent LA CHANZUN RUMANTSCHA.

Va detto che forse, per chi come me è grigionese, un evento dedicato esclusivamente alla lingua romancia è sicuramente un'occasione per valorizzare le diverse identità linguistiche che ci portiamo con noi - svizzero italiani che per poter studiare siamo stati costretti a oltrepassare il Passo del Bernina e parlare così tedesco o svizzero tedesco in una regione in cui originariamente si parlava il romancio! E bada bene, di romanci ce ne sono diversi, si tratta di romanci che hanno caratteristiche locali specifiche e che tra loro possono avere delle differenze notevoli (es. l'engadinese e il sursilvano). Sono convinta che potrà essere particolarmente interessante seguire un evento televisivo dedicato a questa lingua, una lingua e un'identità culturale alla quale sono molto legata quale grigionese.

...ma tornando a Spetga, neu canzone in gara per la vittoria, bisogna sapere che già allora LP è stato una grande sorpresa - una vera e propria "meteora"! Il disco è stato un unicum di questo gruppo rock nato in Surselva ai tempi del ginnasio - era la fine degli anni '80 - tempi in cui cinque ragazzini in uno scantinato, oltre a fare un gran baccano, insieme hanno inciso un disco cantato in lingua romancia.
Beh, essendo evidentemente molto vicina al gruppo, trovo il disco e le canzoni assolutamente speciali (...e se penso che ormai sono passati quasi 20 anni! WOW!) - ma è vero, è un giudizio di parte! ...anche se forse, considerato il risultato che ha già ottenuto, oggi lo è un po' meno! :-)
Insomma, giudicate voi!

...ed eccoli qui i nostri portenti:

Ba-rock 1987-90 Mustér
Gioni Fry - ghitarra chant e piano
Andi Schnoz - ghitarra
Florian Heiligensetze - ghitarra, chant
David Gadola - battaria
Salvatore Pitta - bass

Heiiii ragazzi! In bocca al lupo! A mio avviso vi siete veramente meritati la finalissima! Dai che la vittoria è a un passo! :-)

A prestisssssimo!
Nadia

2 novembre 2009

Alda Merini - leggendola ancora e sempre


...Cara Alda,
oggi qui è una giornata uggiosa. Il cielo piange la tua assenza. Ma a noi resta il tuo coraggio, restano le tue poesie. E nonostante il tuo profondo silenzio è come se tra una goccia e una lacrima ancora mi sussurrassi quanto sia importante saper "ascoltare la vita".






Ecco una tua breve intervista, in cui ricordi la tua sofferenza e ricordi come nei momenti difficili il tuo consiglio sia quello di stringere i denti, perchè anche "nel dolore bisogna saper vincere!"




...e sperandoti follemente felice ti dico Addio, ricordando ancora alcune perle della tua folle amabile poesia.


Non ho bisogno di denaro.


Ho bisogno di sentimenti,

di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Ascolta il passo breve delle cose
-assai più breve delle tue finestre-
quel respiro che esce dal tuo sguardo
chiama un nome immediato:la tua donna.
E' fatta di ombre e ciclamini,
ti chiede il tuo mistero
e tu non lo sai dare.
Con le mani
sfiori profili di una lunga serie di segni
che si chiamano rime.
Sotto, credi,
c'è presenza vera di foglie;
un incredibile cammino
che diventa una meta di coraggio.

Fonte: http://www.incontroallapoesia.it/poesie%20ALDA%20MERINI.htm


...il cielo piange la tua assenza, ma a noi resta il tuo coraggio, restano le tue poesie. E nonostante il tuo profondo silenzio è come se tra una goccia e una lacrima ancora mi sussurrassi quanto sia importante saper "ascoltare la vita".

Grazie Alda.


13 ottobre 2009

Oltre le chiese, i minareti - libertà e democrazia!

Non capita spesso alla cittadinanza elvetica di esprimersi su principi e diritti tanto fondamentali quali la libertà di religione (di culto), la libertà d'opinione e il principio della non discriminazione. Il 29 novembre 2009 la cittadinanza si esprimerà proprio su principi fondamentali come questi e in discussione vi è molto di più del divieto generale di costruire minareti. E la pensa allo stesso modo anche il Consiglio federale che nel suo messaggio al Parlamento ribadisce come l'iniziativa non sia conforme ai diritti dell'uomo, sia minacciosa per la pace religiosa e sia nociva alla reputazione della Svizzera a livello internazionale.


http://www.gms-minderheiten.ch/minarettverbot/it

L'iniziativa ...parlando di contenuti

In Svizzera vi sono delle religioni (in particolare mi riferisco al credo cristiano, non unicamente a quello cattolico) che godono di privilegi. Si tratta di vantaggi che sono il frutto del nostro passato, della nostra tradizione storica, tradizione religiosa e culturale; privilegi che sostanzialmente non contesto anche se personalmente prediligo pensare ad uno stato laico in cui il potere dello Stato e della Chiesa sono separati rigorosamente. Ribadisco però in termini di premessa che sul suolo elvetico vi è una posizione privilegiata di alcuni credo, anche se sono l'espressione della nostra storia passata (...e aggiungo presente).
La Costituzione Svizzera pretende il rispetto della libertà di religione quale saldo principio costituzionale e determina anche il principio della non discriminazione. Da un lato lo Stato propende per considerarsi uno Stato laico, dall'altro lato però permette che vi siano delle religioni che godono di maggiori riconoscimenti da parte dello Stato (privilegi che si traducono anche in facilitazioni nell'attingere a contributi finanziari). Non si può pertanto parlare di pari opportunità in termini di riconoscimento delle divere religioni sul suolo elvetico, perchè ogni cantone ha la facoltà di riconoscere le religioni che vuole ed elargire loro dei contributi incassati dalla cittadinanza che vi contribuisce pagando (tramite le imposte) una "tassa o imposta" di culto (occhio: ogni cittadino può non contribuirvi dichiarandosi ateo). In Ticino ad esempio questa imposta viene regolamentata da un Decreto legislativo e le uniche religioni che percepiscono un contributo sono la Chiesa cattolica e le Chiese evangeliche. L'accesso a questi contributi è un privilegio di questi credi riconosciuti, questo significa che al privilegio di alcuni corrisponde una discriminazione di altri, in questo caso del credo islamico. La religione musulmana, nel rispetto della non discriminazione, dovrebbe avere il diritto quanto il credo cristiano di essere riconosciuto dallo Stato. Sorge spontaneo allora chiedersi se nel rispetto della separazione dei poteri tra Stato e Chiesa e nel rispetto del principio dell'uguaglianza non varrebbe al pena mettere piuttosto in discussione i privilegi delle istituzioni di culto che oggi percepiscono dei contributi. Per numerosi motivi (che rinuncio ad esporre per evitare di dilungarmi) preferisco comunque l'approccio del riconoscere e quindi "dare"anche alle altre religioni, piuttosto che "togliere" a chi oggi gode di posizioni privilegiate, anche se giustificate dalla nostra tradizione, dal nostro passato. Nel rispetto dell'uguaglianza e nel rispetto del principio della non discriminazione è "nell'interesse" delle religioni cosìdette "privilegiate" (per esprimermi in modo un po' crudo, anche se questo punto di vista non è quello che prediligo), permettere che ai credenti musulmani venga riconosciuto il diritto di costruire minareti. Sono fermamente convinta che di fronte a questo quesito si debba argomentare partendo dal principio della non-discriminazione, nel rispetto in primis della libertà di religione. Di conseguenza sono più che convinta che il NO a questo divieto sia l'unica risposta sostenibile che possa essere data nel rispetto dei valori fondamentali riconosciuti dalla nostra democrazia.

La propaganda ...parlando di forma e di strumenti mediatici

Considerato che vi sono solidi e fondati argomenti per opporsi all'iniziativa, non mi sorprende che i promotori dell'iniziativa (UDC & Co.) si siano concentrati sulla propaganda. Per confondere gli animi piuttosto conservatori di una buona fetta della popolazione svizzera e mascherare la debolezza dei propri argomenti, gli iniziativisti hanno puntato sull'integralismo, sui pregiudizi verso la cittadinanza islamica. Come se confondere e rendere insicura la popolazione svizzera fosse l'unico mezzo per riuscire a vincere la votazione. Hanno voluto dipingere il popolo mussulmano tramite immagini aggressive, che fumentano l'odio, il tutto per spingere la popolazione a propendere per il rifiuto alfine di difendere il suolo elvetico dalla "minacciosa armata di minareti".
E così, se l'iniziativa è perdente sul piano degli argomenti, l'immagine scelta dai promotori dell'iniziativa sembra invece risultare vincente, o meglio lo è in quelle città in cui nelle prossime settimane troverà spazio per essere affissa. Diversi rappresentanti del mondo del marketing considerano l'immagine vincente, anche solo perché ha fatto parlare l'opinione pubblica prima ancora di essere diffusa. Dal mio punto di vista una campagna gestita con mezzi politicamente scorretti - penso in particolare alla rappresentazione ingannevole ed estremizzata del credo islamico - è da respingere, in quanto mette a repentaglio il dibattito democratico nel nostro Paese ingannando e quindi offendendo non solo la popolazione musulmana presente in Svizzera e all'estero, ma anche la cittadinanza elvetica. L'immagine rappresenta una vera e propria offesa ad una minoranza religiosa. E di questo avviso è anche la Commissione federale contro il razzismo che ribadisce come l'affissione dei manifesti "Contro l'edificazione di minareti" sia discriminante e pericolosa per la coesione nel nostro Paese. Ecco il testo pubblicato sul sito dell'amminsitrazione federale:

Nel suo parere all'attenzione delle città, la Commissione federale contro il razzismo CFR giunge alla conclusione che i manifesti dei promotori dell'iniziativa «Contro l'edificazione di minareti» veicolano un'immagine minacciosa dell'Islam, offendendo la popolazione musulmana che vive pacificamente in Svizzera. In tal modo possono essere messe in pericolo la coesione sociale e la tranquillità pubblica. La CFR ritiene necessario ponderare accuratamente gli interessi tra libertà d'opinione, divieto di discriminazione e protezione della società svizzera da una campagna che fomenta l'odio.

A livello internazionale questa immagine è stato oggetto di critiche: il Comitato dei diritti dell'uomo dell'ONU "si è indignato per la "campagna d'affissione terribile" (ats).

È stato però il dibattito televisivo tenutosi venerdì scorso alla trasmissione ARENA (SF1) a spronarmi nell'esprimermi su questo oggetto. Presente tra i promotori dell'iniziativa non poteva che esserci Christoph Blocher (tanto per dare l'idea) ... i cui argomenti sono scivolati in modo stridente sui vetri. Tra i politici, anche di sinistra, l'opinione è divisa sull'opportunità di affiggere o meno i cartelloni. Vi sono città che si sono opposte alla loro affissione perchè considerano diffamatoria e offensiva l'immagine del manifesto. Tra queste vi è la città di Basilea, la prima ad aver censurato il cartellone e aver acceso la discussione; una decisione quella basilese, che dice di essersi basata su una normativa cantonale che risulta essere più rigorosa verso possibili espressioni razziste. Vi sono invece città, e ricordo a tale proposito la presa di posizione di Zurigo, che sulla "scala dei diritti e delle libertà" ripongono nella libertà di opinione maggiore importanza di quella attestata al divieto di discriminazione e permettono così l'affissione del manifesto. Cosa dire, personalmente non reputo vi siano scale che tengono in termini di libertà e diritti così fondamentali. Se la Commissione federale contro il razzismo ha rinunciato ad esprimersi sul divieto/sulla censura, lo ha fatto unicamente per non diventare un organo giudiziario come lo è un tribunale, ma ha denunciato in totum quanto rappresentato dai cartelloni propagandistici.


Ritengo sia quindi un atto democratico dovuto, oggi come oggi, distanziarsi da immagini che stigmatizzano una minoranza religiosa, specialmente quando si è dell'avviso che tutti i valori contenuti nella nostra Costituzione meritino di essere rispettati, salvaguardati e difesi.
Il NO al divieto e quindi il NO alla discriminazione del credo mussulmano lo ritengo l'espressione di un voto che rispetta la libertà di credo (Art. 15) e l'uguglianza giuridica (Art. 8).

Per concludere non posso che fare i miei complimenti a Frank Bodin, agente pubblicitario vincitore del premio 2009 e ideatore del manifesto che ricorda come "Il cielo sopra la Svizzera sia abbastanza grande per lasciare spazio a tutti!". Un Grazie di cuore all'agenzia Euro RSCG da lui diretta, per aver realizzato gratuitamente il cartellone pubblicitario!

E prima ci concludere invito ancora tutti a sottofirmare l'Appello per la libertà e la democrazia promosso sul sito contrario all'iniziativa - Forza, firmate!

A ri-blog!
Nadia

7 ottobre 2009

Finalmente Berlusconi alla sbarra!

Se tutti i nodi vengono al pettine, ora è giunto al pettine il nodo Alfano. In base alla Costituzione italiana la legge è uguale per tutti e da oggi questa legge varrà anche per Berlusconi.



Per anni le numerose vicende giudiziare del premier hanno fatto parlare la stampa di tutto il mondo, ma i suoi processi non hanno avuto seguito a causa dell'immunità concessa ai massimi ranghi dello Stato. Oggi la Corte Costituzionale ha però bocciato il Lodo Alfano perchè viola l'Art. 138 (l'obbligo di far ricorso ad una legge costituzionale e non ordinaria per sospendere i processi) e l'Art. 3 (principio dell'uguaglianza) della Costituzione Italiana e di conseguenza i due processi giudiziari che vedono implicato il Cavaliere lo riguarderanno personalmente.

Per chi da anni denuncia l'impossibilità di fare luce e giustizia sui processi che interessano il premier, la conferma dell'anticostituzionalità della sua immunità è musica per le orecchie.
La notizia in pochi minuti ha fatto il giro del mondo. E se la conferma dell'anticostituzionalità dell'immunità concessa a Berlusconi ha un valore non indifferente per la credibilità della Giustizia Italiana a livello internazionale, questa decisione ha un valore inestimabile per i cittadini che credono nella giustizia del proprio Paese. Insomma, giustizia sia fatta - che Berlusconi sia innocente o colpevole.

Deludenti le prime parole alla stampa di Berlusconi che invoca per l'ennesima volta il complotto della sinistra. Questa volta però i fatti parlano da soli: 9 Giudici contrari e 6 Giudici a favore del lodo Alfano - una decisione chiara. Il premier dovrà pertanto trovare altre scuse da fornire ai media, perchè questa volta tutti si aspettano che la Giustizia faccia il suo corso e i processi in cui è implicato Berlusconi acquisiranno un'importanza non indifferente per la politica italiana. Beh, Berlusconi oltre a voler far credere che l'opinione pubblica è in mano alla sinistra, non si è risparmiato neppure un timido "insulto" al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma questo non sorprende - l'ira più che la delusione negli occhi del premier era evidente.
Il Cavaliere, insieme allo schieramento di destra, è intenzionato ad andare avanti. Si vedrà. Certo ha lasciato un po' di amaro in bocca sentire l'intervista del premier che nel rincuorarsi ha concluso con un "Viva gli italiani, viva Berlusconi!"...e chissà perchè io questa sera avrei risposto urlando ai quattro venti: "Viva la Giustiziaaaaa!"

A ri-blog! Nadia

6 ottobre 2009

IL BIG BROTHER AWARDS COMPIE 10 ANNI!

...ed anche quest'anno ci siamo! Torna il tanto atteso BIG BROTHER AWARDS che quest'anno celebra oltretutto i suoi primi 10 anni di vita!


Nella Svizzera Italiana lo si conosce poco, mentre oltre Gottardo è divenuto ormai famoso e i loro premi sono temuti da molti! È il Big Brother Awards - un evento ricco di satira che assegna un premio piuttosto indesiderato alla persona, alla società o all'organizzazione che si è particolarmente distinta nel violare la protezione dei dati e il rispetto della sfera privata.
Non sorprende sapere che negli scorsi anni questo premio - direi assolutamente ingrato - è stato "meritato" più volte da un'assicurazione malattia (una cassa malati), ma è curioso sapere che tra i premiati vi sono anche le ferrovie nazionali SBB, la Swisscom, Postfinance, santésuisse e diverse società private. Ahimé, tra questi anche alcuni funzionari e uffici della pubblica amministrazione.

In Svizzera il Big Brother Awards (ricordo che la manifestazione è nata a Londra nel 1998 dall'organizzazione Privacy International) premia cinque diverse categorie e ogni nomina può essere promossa da qualsiasi persona tramite un apposito formulario, al quale va allegata la propria motivazione scritta:
- Award nello Stato,
- Award nel mondo del Business,
- Award dedicato ai controlli e alle violazione sul Posto di lavoro,
- Award nella Sfera privata dedicata a persone o istituzioni che si sono distinte per il loro impegno volto ad indebolire il rispetto della sfera privata e i diritti fondamentali in ambito privato,
-il Premio del Pubblico, la quinta categoria prema una persona o un'organizzazione che si è impegnata nel difendere i diritti fondamenali e nell'opporsi a meccanismi di spinaggio e controllo (in passato questo premio portava il nome di Winkelried-Award, dal nome del rinomato eroe nazionale elvetico Arnold von Winkelried).

La Cerimonia ufficiale del Big Brother Award 2009 si terrà

SABATO 24 OTTOBRE 2009, alle ore 20.00
presso il centro culturale ROTE FABRIK di ZURIGO.


Sempre presso la sala "Clubraum" della Rote Fabrik alle ore 19.00 si terrà un dibattito sul tema e dopo la premiazione ufficiale vi sarà l'annuale "Party dello Spionaggio".

Ques'anno la cerimonia verrà anticipata da una settimana di azione che dal 20 al 24 ottobre, dalle ore 14.00 alle ore 22.00 prevede l'organizzazione di una mostra, come anche l'organizzazione di azioni mirate e momenti di discussione, sempre presso la Rote Fabrik di Zurigo (clicka qui per consultare il programma). Ricordo che dopo la

E a chi fosse interessato o incuriosito da questo tema, non posso che consigliare la visita del sito in lingua tedesca e francese www.bigbrotherawards.ch ...le diverse informazioni e le immagini di archivio saranno una vera occasione per non perdersi delle splendide chicche dello "spionaggio" sul suolo elvetico!

Concludo infine col ringraziare i promotori e gli organizzatori - la Rote Fabrik, l'organizzazione Grundrechte.ch, il Swiss internet User Group e la Wochenzeitung (WOZ, un settimanale che leggo sempre con curiosità e che consiglio) - facendo loro I MIGLIORI AUGURI per il 10. anno di vita del BIG BROTHER AWARDS!
A loro un grandissimo GRAZIE per l'immenso lavoro svolto e per l'impegno costante che hanno saputo assicurare nel denunciare le violazioni che ahimé giornalmente ledono il diritto alla sfera privata di cittadini, consumatori, pazienti e lavoratori!
Siete veramente forti!!!


...a ri-blog! Nadia

19 settembre 2009

Questo è il premier Berlusconi?

L'inchiesta "Io, Silvio e le altre" di Elisabeth Bouteiller trasmessa giovedì sera dalla Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) durante la trasmissione Falò mi ha lasciata abbastanza sconcertata e questo indipendentemente dal fatto che quanto visto sia stato riproposto da un singolo punto di vista in cui la ricostruzione potrebbe essere stata manipolata da interessi personali.

La escort Patrizia D'Addario in questa intervista rivela alla giornalista la sua "avventura" con Silvio Berlusconi, spiegando e ribadendo quale sia la sua più grande delusione per come la vicenda si sia "conclusa". Non nascondo che i "mezzi" per arrivare al fine scelti dalla D'Addario siano i più condivisibili e i più nobili
, ma lei non è un premier! E oltretutto, da quanto ha ribadito, ha rifiutato l'offerta di una carriera politica. Cosa che, se la vicenda fosse vera, la rende sicuramente più nobile di quanto non voglia esserlo Silvio Berlusconi.

Ci si può allora chiedere cosa abbia ancora da perdere la D'Addario. La popolarità che acquisirà da questa vicenda potrà probabilmente ripagarla del "torto subito". Mentre alla fine, quello che rimane da questa storia, sono invece l'amarezza e lo squallore; sensazioni che si avvertono anche solo nel pensare che storie come queste possano in qualche modo essere vere. E come si dice "un fondo di verità c'è sempre! ...l'ennesima conferma della poca stima che nutro per Silvio Berlusconi. A casaaaa, Silvietto! Povera politica italiana!


A riblog!
Nadia

5 settembre 2009

Aggregazione coatta - la democrazia alla deriva!

Il progetto di aggregazione che riguardava i nove comuni che in futuro formeranno il comune unico "Gambarogno", votato in termini consultivi lo scorso anno, a San Nazzaro è stato bocciato dalla maggioranza della popolazione. Il ricorso al Tribunale Federale (TF) promosso dal Comune di San Nazzaro è stato respinto, nonostante si tratti di un ricorso che intedeva far valere la bocciatura del progetto aggregativo da parte della cittadinanza di questo comune. La discussione politica sul Comune del Gambarogno si conclude quindi con la coazione del Comune di San Nazzaro al resto degli otto comuni. L'aggregazione coatta di San Nazzaro fa nascere il Comune del Gambarogno, direi una delle premesse peggiori per dar vita ad un'entità comunale che deve poter contare sulla collaborazione e il rispetto di tutte le diverse entità comunali del passato.

La notizia è giunta ieri e ha lasciato sconcertata la maggioranza della popolazione di San Nazzaro. La coazione avvallata dal Gran Consiglio ticinese non si è basata su ragioni che in passato hanno "giustificato" una decisione di tale rigore, mi riferisco specificamente alle difficoltà che hanno alcuni piccoli comuni (spesso periferici) a garantire una propria autonomia finanziaria e amministrativa e ad assicurare la piena capacità operativa. A tale proposito San Nazzaro può vantare un alto grado di indipendenza, anche finanziaria ...insomma, una promessa sposa con tanto di dote ambita ai comuni interessati dall'aggregazione. E da quanto si è potuto capire, proprio l'interesse degli altri otto comuni ha prevalso sul volere popolare di San Nazzaro, favorendo in definitiva la soluzione della coazione - una soluzione alquanto discutibile dal punto di vista democratico. Per quanto mi riguarda lo strumento della coazione lo considero già fuori i margini della democrazia; anzi direi che l'adozione di questo strumento è la mera dimostrazione che la classe politica ha fallito nel proprio compito; si tratta della palese incapacità dei politici di trovare una soluzione di compromesso capace di rispettare il volere di tutti e di rispettare i principi alla base della nostra tradizione democratica.
Calpestato pertanto il volere della cittadinanza di San Nazzaro, ci si chiede quale valore abbia avuto veramente il voto di questa popolazione. Un maggiore spazio operativo degli organi cantonali è andato a scapito dell'autonomia e della sovranità comunale. Ma dopo questa decisione esiste ancora una sovranità comunale? Chi si fa garante della sovranità di un comune, dell'entità "minore" tra Cantone e Comune, quando non vi sono motivi che giustificano il volere dell'entità cantonale?

Quanto i sociologi più affermati al mondo predicano "il dialogo e la partecipazione" e le forze politiche progressiste più promettenti della partecipazionene ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, il Gran Consiglio e le autorità massime ticinesi sono capaci di adottare la coazione di un'entità comunale autonoma. Probabilmente una maggiore volontà e disponibilità al dialogo da parte di tutti avrebbe favorito progetti e soluzioni forse meno ambiziose, ma anche meno devastanti in termini democratici. Sono fermamente convinta che in questo caso la politica dei piccoli passi avrebbe saputo fare meglio.
Cosa c'è di peggio per un cittadino legato fermamente ai valori della democrazia, del vedersi capestare il proprio volere espresso democraticamente al seggio dalla maggioranza dei cittadini votanti? Com'è possibile che il voto, il volere e gli interessi di altre entità comunali possano avere il sopravvento sul volere popolare di un'entità comunale sovrana e pienamente autonoma? Ritengo che la sovranità di un'entità comunale vada rispettata, sopratutto se caratterizzata da una piena capacità di autonomia. Com'è possibile che un'entità comunale venga attribuita ad un'altra realtà senza il suo volere? ...mi ricorda quasi il patto napoleonico che decise l'assegnazione della Valtellina all'Italia; una decisione che molti valtellinesi ancora oggi considerano un torto subito.
Nell'applicare poi questa decisione alla realtà internazionale, il tutto acquisisce un significato molto più chiaro. Prendiamo ad esempio la provocazione di Gheddafi che intendeva redistribuire il territorio svizzero alle nazioni europee confinanti: in questo preciso caso, la logica applicata dalle autorità cantonali, risp. federali, permetterebbero che gli interessi delle altre nazioni prevalgano sul volere popolare di un'unica nazione contraria, mi riferisco alla Svizzera. Perverso, eh? Chissà se Pedrazzini sarebbe dello stesso avviso se il ragionamento venisse fatto con altre entità territoriali ...oltretutto pubblicamente il Consigliere di Stato ha affermato che il Tribunale federale ha avvallato la coazione, mentre in termini tecnici e giuridici l'affermazione non è per nulla corretta. Il TF non si è espresso in merito alla coazione, ha invece unicamente rifiutato il ricorso di San Nazzaro. L'esito in definitiva è il medesimo, ma guai a sostenere che il TF si è espresso a favore della coazione.

Oltre a contestare il principio della coazione, ritengo vi sia anche un altro aspetto che andrebbe approfondito, ossia la questione sul "voto consultivo". La popolazione dei nove comuni non era al corrente che l'esito del voto avrebbe potuto portare alle conseguenze che oggi conosciamo. Mi chiedo a questo proposito quale valore possa avere un voto consultivo e quale valore abbia invece una votazione i cui termini sono definitivi e le cui precise conseguenze sono note a tutti i votanti.

Mi si dice che ormai da anni si discute su quelli che potrebbero essere i passi da intraprendere per avvicinare le diverse realtà comunali della Riviera del Gambarogno. Doversi rendere conto che l'esito di questa discussione abbia portato ad un'unica variante "attuata" con tanto di coazione, lascia l'amaro in bocca. Da quanto ho potuto appurare vi sarebbe stata la disponibilità di San Nazzaro a riflettere in merito ad un'unità con i comuni rivolti verso il confinte italiano. Questo non poteva magari essere un primo passo nella direzione voluta? Certo la coazione accorcia i passi di alcuni anni, ma è proprio vero che in questo caso, specialmente nel caso in cui di mezzo c'è la democrazia, questi mezzi giustificano il fine? Per quanto mi riguarda non la vedo in questo modo e la decisione ticinese la considero un brutto schiaffo alla democrazia. E dire che proprio in queste settimane il valore della democrazia sembra essere particolarmente sentito dalla cittadinanza svizzera, indignata per il comportamento del Presidente della Confederazione... Mah!

San Nazzaro non proseguirà, è evidente. La coazione farà nascere un nuovo comune la cui realtà a livello di dettagli resta per il momento ancora un piccolo, grande mistero. Non escludo che il futuro possa parlare a favore di un Gambarogno unito, ma preferisco sempre ancora credere che l'unità la si debba trovare con la volontà di tutti, non con la coazione. Per questioni di studio sono probabilmente troppo influenzata da sociologi come Habermas, che considerano il dialogo partecipativo l'unica possibilità per ottenere una realtà di vita capace di rispondere alle esigenze della maggioranza, ma anche delle minoranze. Così, anche dopo la decisione del Tribunale Federale, continuerò a credere che il dialogo e la partecipazione di tutti (nessuno eslcuso), anche e sopratutto in politica debba rimanere la stada da seguire. La coazione non è a mio avviso uno strumento degno di una civiltà democratica, giustificato da un qualsiasi fine. E resto di questo avviso, anche se il giorno della famosa votazione personalmente ho votato scheda bianca opponendomi di principio a quanto mi veniva sottoposto.

A riblog!
Nadia

31 agosto 2009

Giù la Svizzera, Su Englewood!

Oggi al più tardi la Svizzera si aspettava il rientro dei due "ostaggi" svizzeri dalla Libia, ma non è accaduto. Se non ci sorprende che dalla Libia giungano assai poche certezze, è invece sempre più concreto il fallimento della visita ufficiale a Gheddafi da parte del Consigliere federale Hans-Rudolf Merz. Insomma, peggio di Merz, direi ci sia solo Berlusconi.

Con la sua visita segreta a Tripoli Merz ha messo in imbarazzo la Direttrice del Dipartimento degli Esteri, che ormai da mesi era in trattative per elaborare un accordo con il Capo di Stato libico, ma ancor più offese sembrano essere le istituzioni ginevrine, più precisamente le forze pubbliche, il cui lavoro e professionalità sono state messe fortemente a repentaglio dalle scuse di Merz. In sostanza, senza ragioni a noi note - se non "ragioni di natura economica", la Svizzera porge le proprie "scuse ufficiali", ancor prima dell'esito dei lavori del "Tribunale arbitrale internazionale" istituito ad hoc dalle parti.
Cosa Merz abbia ottenuto con questa visita, per la maggior parte dei cittadini resta un mistero. E in seguito alla vana promessa del rimpatrio dei due "ostaggi", diventa sempre più difficile riuscire a capire quali possano essere stati i motivi tanto urgenti da spingere Merz a recarsi a Tripoli per fornire su un piatto di argento oltre alle scuse la reputazione della nostra
Madrepatria ...ahimé, già abbastanza sollecitata in questi ultimi mesi.
Per alcuni svizzeri la faccia è Merz ad averla persa, mentre in realtà per l'opinione pubblica a livello internazionale è la Svizzera ad aver perso la faccia. Poche storie. Risulta pertanto labile, anzi direi fastidioso il concetto di trasparenza concepito da Merz, se si pensa poi all'accordo di doppia imposizione tra la Svizzera e la Francia, siglato pochi giorni fa, taciuto pubbicamente da Merz, tanto che la notizia in Svizzera è giunta ...dalla Francia!

Così mentre numerosi capi di Stato per motivi economici negli ultimi tempi fanno una corte spietata a Gheddafi, l'arrivo del Colonnello a New York non piace per nulla ai parenti delle vittime di Lockerbie e si direbbe piaccia assai poco anche ai cittadini di Englewood, nel New Jersey. Senza farsi troppi scrupoli è iniziata una vera e popria protesta volta ad evitare che la tenda beduina di Gheddafi venga istallata nei giardini di questa cittadina. La popolazione non intende dare il benvenuto a Gheddafi, anzi intende evitare che il leader libico si presenti sul suo territorio.

Concludo col sottolineare pertanto la splendida lezione di rispetto che la cittadina di Englewood sta dando a numerosi Paesi e leader internazionali, quali Merz & la Svizzera. In nome di ignoti interessi economici e accordi il cui beneficio risulta alquanto sconosciuto (e col passare del tempo sempre meno attendibile) il Consigliere federale Merz ha svenduto l'onorabilità del nostro Paese, relativizzando pubblicamente gli incommensurabili valori quali la democrazia e la giustizia, valori tanto cari al popolo svizzero. Mi auspico che questo suo comportamento abbia le dovute conseguenze! È vero, Merz non mi ha mai rappresentata in termini di posizioni politiche, ma adesso ha oltrepassato ogni limite! Ecco perchè mi sento vicina a Englewood e alquanto lontanto da Merz e a chiunque cerchi ignobili scuse per non dover ammettere come la Svizzera questa volta abbia proprio perso la faccia!

Giù Merz e la Svizzera! Io sono per Englewood!
Viva la protesta di Englewood!

....e a tutti voi, un A Riblog molto deluso, quasi imbarazzato...
Nadia

26 agosto 2009

Ivan Schmidt: la vendetta!


Più conosco le opinioni di Ivan Schmidt, meno mi piace.

Oggi dopo un solo giorno di pausa, o meglio di tregua, Ticinonline lo riospita proponendo quella che lui considera la soluzione ai problemi della violenza in età giovanile: basta rieducazione, ci vuole repressione organizzata alla "Boot Camp". E chissà perchè questa opinione non mi sorprende. Schmidt, dopo aver promosso una Task Force capace di difendere la cittadinanza svizzera da stranieri insopportabili che sul bus parlano la loro lingua perchè non sono evidentemente "integrati" (a parer suo, se oltretutto si tratta di giovani è praticamente matematico che si tratta di giovani criminali), ora propone la repressione quale ricetta praticamente infallibile per risolvere i problemi dei "giovani criminali": il ritorno al riformatorio, l'internamento in un "Boot Camp".

Per usare le parole di Schmidt l'obiettivo repressivo è quello di "spezzare la volontà per ricostruirla in un secondo momento”. Anche queste parole non mi sorprendono, ma se ho deciso di scrivere nuovamente su Schmidt è proprio perchè queste parole mi lasciano un grande amaro in bocca, specialmente se penso che proprio oggi ricorre il funerale di Adrien Augustin, un giovane morto in un "Boot Camp", a dire dai media proprio durante lo svolgimento degli esercizi fisici a cui si riferisce Schmidt. ....il caso vuole che dopo aver inserito la parola di "Boot Camp" sul motore di ricerca Google ritrovo al quarto posto proprio questa triste notizia. ...una triste e sconcertante casualità.

Ripeto, può sicuramente essere un caso, ma caro Schmidt farei attenzione a sfidare l'opinione di sociologi, pedagogici e operatori del settore - non sono tutti dei fessi che parlano tanto per parlare (...e intendiamoci, non lo dico perchè ho studiato sociologia). Personalmente non sono per nulla amica dell'internamento e come emerso in occasione della trasmissione Falò "Ritorno ai riformatori?" (del 5.3.09, sito RSI) in cui è intervento anche l'esperto Raffaele Mattei (Direttore della Fondazione Amilcare), andrei cauto nel pubblicizzare soluzioni di questo tipo in Ticino. Approfondendo il discorso con Raffaele, in occasione della Giornata per la promozione delle politiche giovanili (Locarno, ottobre 2008) a cui è seguita una serata organizzata dalla Gioventù Socialista sulla violenza in età giovanile (Lugano, novembre 2008) è emerso come in Ticino siano comunque rari i casi che necessitano di soluzioni tanto drastiche. I rischi di fare danni Raffaele li ha descritti con grande lucidità e invito pertanto Schmidt a riflettere anche sugli aspetti controversi di questi internati (altri spunti interessati sul tema della violenza in età giovanile si possono inoltre trovare sul sito dell'Agenzia di ricerca sociale Codici, di cui alla serata della Gioventù socialista era presente Stefano Laffi - un ottimo ricercatore e relatore! Leggere i suoi testi trovo sia un vero investimento! Dai, andate a curiosare!).

Per concludere rinnovo l'invito a Schmidt a prestare maggiore attenzione alle opinioni degli esperti. ...magari prima di esprimersi andrebbero valutati bene anche gli svantaggi di una tale soluzione, svantaggi che andrebbero ricordati anche in opinioni pubbliche come quelle rese note su Ticinonline. Troppo facile dimenticarsi dei punti deboli e acclamare soluzioni tanto delicate.
...caro Schmidt, la repressione può spezzare una vita e "il secondo momento per ricostruirla", come proponi tu, per alcuni potrebbe essere un privilegio a cui non hanno più diritto.

...a riblog,
Nadia

24 agosto 2009

SF bi de Lüt, coinvolgente ...e vincente!


La nuova trasmissione televisiva Bi de Lüt promossa dalla SF ha concluso ieri il suo tour di serate estive tra la gente. Proprio in Ticino, ad Ascona, in compagnia di un pubblico numerosissimo, Nik Hartmann ha condotto la finalissima della trasmissione televisiva che l'ha visto presente in diverse località svizzere. In un concentrato di musica, personaggi noti, specialità culinarie e curiosità delle varie regioni svizzere, Bi de Lüt ha offerto l'occasione all'emittente di avvicinarsi alla popolazione in un momento dell'anno in cui solitamente i palinsesti delle trasmissioni televisive si riducono praticamente all'osso. In controtendenza invece la SF ha deciso di lanciare questa trasmissione proprio nel periodo estivo, un'occasione interessante per promuovere la propria presenza sul territorio. E ha vinto la scomessa! Le piazze erano gremite di gente pronta a festeggiare in compagnia. Il coinvolgimento ha funzionato. All'appello hanno risposto famiglie, giovani ed anziani, e non mi sorprenderebbe apprendere che la trasmissione è stata seguita con curiosità anche da numerosi telespettatori.

Pensando ad Ascona, certo, non sono mancati dei momenti piuttosto carichi di cliché - penso al boccalino, il risotto, i mandolini e "la Verzaschina", ma si è trattato di momenti direi "dosati al punto giusto", quasi si trattasse di un breve percorso nostalgico nel passato di queste regioni, un ripercorrere brevemente le radici della nostra terra.
Anche il collegamento dal rinomato Camping di Tenero è stato capace di sorprendere. Conny Brügger, conduttrice in esterno, ha stupito presentando un lussuosissimo "appartamento" da campeggio dotato di fornello ad induzione con piastre in vetro-ceramica e schermo TV al plasma - dotazioni da far invidia probabilmente alla maggioranza delle famiglie ticinesi. Il turismo è certamente una realtà importante della nostra regione: Bi de Lüt ci ha così avvicinato ad una famiglia che ormai da anni campeggia in Ticino e trascorre le proprie estati nel locarnese.
C
osa dire, lo spirito svizzero tedesco ieri sera ha riempito i cuori di Ascona e nonostante un singolo momento quasi da balera emiliana (di cui probabilmente si sono accorti in pochi), la popolazione si è fatta bastare i bratwurst con pane e senape ...il sospirato risotto, ahimé, ha tardato. I presenti si sono insomma lasciati saziare dalla simpatia dell' ormai celebre "Grill-Ueli" alle prese con il coniglio ripieno e il risotto, una ricetta culinaria assolutamente apprezzata dal conduttore Nik che tra una forchettata e l'altra ha saputo deliziare anche i colleghi camermen strappando i sorrisi compiaciuti (e probabilmente ancora un po' affamati) dei numerosi presenti.

Ecco un breve filmato pubblicato su Mordachannel che riprende alcuni momenti del backstage della trasmissione di ieri sera. Grazie Fiorenzo!




E chissà che i buoni esempi possano indurre anche la RSI a tornare tra la propria gente. Non pretendo certo di rivedere Piantoni e rivivere le divertenti occasioni offerte ai ragazzi con Fragolò, momenti indimenticabili condotti da Maristella e Bigio, che hanno fatto conoscere e avvicinare le diverse realtà culturali presenti nella Svizzera italiana fidelizzando
all'emittente televisiva un'intera generazione di giovani. Non posso che augurarmi che Compagnia Bella, con le sue sfide della domenica condotte con grande simpatia da Carla Norgauer, venga in qualche modo riproposta (in chiave rivisitata, ci mancherebbe), così da permettere alla RSI di riscoprire un territorio che cambia, di riscoprirsi in una popolazione che cresce insieme a lei. La ricerca della novità non deve dimenticarsi di rispondere alle esigenze più basilari; la RSI deve assicurare la propria presenza sul territorio anche in chiave di svago. Dimenticarsi di coinvolgere la popolazione rischia di far scivolare la RSI in un'emittente in cui la popolazione non si riconosce. Sono pertanto convinta che la "nostra" televisione deve riappropriarsi di un ruolo che per molti anni ha saputo svolgere, anche e soprattutto per essere pronti a rispondere al meglio alle esigenze sempre più pressanti delle regole di mercato.
In questo non c'è che dire:
la trasmissione Bi de lüt ce l'ha fatta, è piaciuta e ha saputo coinvolgere la gente proprio nei periodi in cui lo spettacolo televisivo risulta andare in letargo! Complimenti pertanto ad SF e Complimenti anche alla simpatica conduzione di Nik Hartmann! Ci siete piaciuti!
...e a voi tutti, a riblog!
nadia

23 agosto 2009

Ivan Schmidt: un ospite a me poco gradito

Ivan Schmidt, oggi ospite di Ticinonline, ci propone un articolo il cui testo inizia con le seguenti considerazioni:
"Abbiamo provato a convivere con voi, abbiamo voluto e tentato di dividere le nostre vite con le vostre, abbiamo anche avuto comprensione quando ci siamo accorti che la vostra spesso pronta arroganza e senso aggressivo poteva essere giustificato dalle molteplici guerre che avete subito a casa vostra. Sopportiamo anche quando in treno, sui bus, in giro per strada a destra e a sinistra o quando portavamo i nostri figli nelle scuole o all’asilo sentiamo parlare sempre e solo la vostra lingua. Della serie, siamo molto integrati."

...per finire con la proposta di una Task Force alquanto discutibile:
"Numerosi giovani autori di reato sono stranieri scarsamente integrati, provenienti soprattutto dai Balcani.

Di fronte a tale evoluzione regna un sentimento d’impotenza generale. Dal momento che tutti si sentono competenti, nessuno lo è veramente. Dato che tutti danno la colpa agli altri, nessuno si assume la responsabilità.

Determinati servizi amministrativi, ma anche certi media e cerchie politiche tentano di negare, mascherare o sdrammatizzare il tema della violenza dei giovani stranieri.

Dunque che fare? Continuare a subire oppure vogliamo alzarci e iniziare una vera campagna contro “campagna contro gli stranieri criminali”? E quando il nostro Governo si deciderà ad istituire una Task Force anti criminalità degli stranieri in Svizzera? Non sarebbe dunque il caso di ritirare i nostri militari della KFOR dai Balcani e impiegargli per proteggere i nostri cittadini in Svizzera.
"


Mi ha infastidito leggere su Ticinonline l'opinione di Ivan Schmidt e mi ha infastidito ancor più il fatto che non si potessero inserire commenti a questa opinione (o almeno io nell'immediato questa opportunità non l'ho trovata). A tale proposito ripropongo qui una breve riflessione su quanto scritto da Schmidt, anticipando che non si tratta di una riflessione esaustiva, ma un minimo di spirito critico verso queste opinioni merita di essere espressa!

Personalmente ritengo che a questo mondo tutti abbiano il diritto di parlare la propria lingua, specialmente in ambito privato. Cos'è, Schmidt voleva farsi gli affari altrui ascoltandone i discorsi? E non vedo come l'utilizzo di questa lingua possa generare un senso di "sopportazione" (questo è il termine usato da Schmidt) in un autoctono la cui madrelingua è un'altra. Mi complimento invece per la capacità di apprendimento della lingua italiana di quest'etnia, anzi non nascondo che alle volte si esprimono anche meglio di certi autoctoni (ben inteso: senza offesa a Schmidt!). Non considero inoltre che l'utilizzo di una lingua straniera in ambito privato possa consistere in un metro capace di "misurare" il grado di integrazione" di uno straniero in una certa cultura. Il solo pensiero che vi possano essere persone che lo pensano mi fa rabbrividere. Il grado di integrazione è un concetto tutt'altro che scontato, che dovrebbe essere affrontato e analizzato da più punti di vista, iniziando ad esempio dal modo con cui un'etnia mira ad integrare delle persone stranieri, come anche il modo con cui una persona straniera mira ad integrarsi in una certa cultura.
Le opinioni come quella di Schmidt non fanno che dimostrare come probabilmente nella politica volta all'integrazione promossa nel nostro Paese ci sia ancora molto da fare - specialmente tra i giovani come Schmidt! E fin tanto che la dicotomia "straniero - criminale" continuerà a trovare spazio tra le righe dei nostri mass-media, che si tratti di stampa rispettivamente media on-line, difficilmente si potranno fare passi avanti in termini di "integrazione" e a questo proposito mi riferisco in particolare al punto di vista della capacità integrativa di una comunità.
La paura e l'ostilità nei confronti del diverso e dello straniero sono forti in quelle comunità in cui l'identità comunitaria è debole. Chissà allora che non sia proprio la Svizzera a dover iniziare a fare i conti con la propria identità e con la propria realtà "multiculturale".

No, non faccio parte di quelli che chiudono gli occhi di fronte ai fatti della cronaca, ma mi chiedo come si possa sentire integrata una persona la cui etnia è sempre e costantemente affiancata al concetto di criminalità. A mio avviso tutti i crimini dovrebbero essere puniti, indistintamente dalla nazione di provenienza del criminale. O non è così? Non si tratta di buonismo superficiale, come non si tratta semplicemente di nazione o di età. Quindi finiamola di cercare spunti per generare sentimenti ostili verso altre entie. Mi auguro piuttosto che le cause di aggressioni e crimini meritino ragionamenti, analisi ed interventi più sottili! Chissà, magari anche capaci di rispondere a "ragionamenti per stereotipo" come ci propone Schmidt.

Nadia

6 agosto 2009

Giovanni Allevi al 62. Festival del Cinema di Locarno

Il grido d'amore di Giovanni Allevi
Tra passione, follia... e notti insonni.



Per lui Napoli ha bloccato il traffico aereo, permettendogli così di eseguire indisturbato i suoi pezzi in Piazza del Plebiscito. Ignaro di questa attenzione, Giovanni è rimasto sopreso dal fatto che dopo pochi attimi dalla conclusione del concerto sopra di loro passasse un aereo ...altro che casualità! Ma ancor più lo scuotono le "attenzioni" del Vaticano (Il Vaticano!!) che l'ha definito un "piatto di spaghetti alla bolognese" ... e lui, sorridendo, se ne compiace perchè ne va matto! I suoi spartiti sono timidamente nascosti tra quelli dei grandi della musica classica, in numerosi zainetti di studenti del Conservatorio; le sue note fanno capolino quasi fossero una presenza profana, ma sono invece vitali per la passione di questi ragazzi. Giovanni condivide la riflessione di una pianista asiatica che, superati i 70 anni di età, continua instancabilmente a suonare il suo pianoforte. La follia è quel che ci vuole per far sì che questa passione possa durare nel tempo ...e intanto la sua follia ci permette di respirare la musica!

Allevi è un talento indescrivibile, mosso dalla passione, dalla curiosità e da una innata follia per la musica. Nella sua grande semplicità, umiltà e simpatia, Giovanni ha regalato al pubblico una riflessione importante rivolta sì al grande valore dei classici - un'imponente tradizione musicale costituita da una magnificienza di opere - sottolineando però al contempo quanto sia grave lasciare che la creatività dei musicisti del presente rischino di rimanere imbrigliati in questi miti. E a questo proposito Allevi, citando Orwell, ha ribadito come "la società degrada i classici rendendoli delle autorità, per mettere di scacco il presente ed evitare la manifestazione della bellezza sotto nuove forme". Giovanni si ritiene fuori da ogni schema, un anticonformista delle sale dei Conservatori e se ai classici del passato si rivolge meravigliato, non si rassegna ed è convinto che anche nel presente e nel futuro possa essere possibile comporre melodie straordinarie. E la sua musica ne è la prova.

Da tempo l'onda arancione dei suoi fans lo accompagnano con affetto, attenzione e grande entusiasmo. Ma Giovanni, sorridendo, spiega di nutrire un profondo riconoscimento verso di loro e ribadisce come sia piuttosto lui a sentire il bisogno di richiedere l'autografo ai propri fans. La sua notorietà, nonostante sia controversa, è ormai un fatto certo. La prova della sua fama è confermata dalla presenza del suo nome nella settimana enigmistica. Alla testa di una classifica che elenca i personaggi preferiti dai ragazzi c'è proprio lui, Giovanni Allevi. E tra le numerose persone presenti all'incontro con Allevi vi era appunto un giovane pianista, musicista da soli due anni, speranzoso di tornare a casa con l'autografo di Allevi sullo spartito di una sua composizione - il primo pezzo che è stato capace di suonare! Intervistato dal giornalista il giovane Alex ha colto l'occasione per ringraziare Allevi ricordando la dolcezza delle sue melodie. Una dolcezza che Allevi ha saputo esprimere nelle note dei due pezzi suonati a conclusione dell' incontro.
Ecco inoltre alcune immagini della mattinata di Locarno riprese da Ticinonline: http://www.tio.ch/aa_tiotribu/fotogallery.asp?level=album&id=152

E per finire, aspettando di poter partecipare al suo concerto che si terrà all'Arena di Verona il prossimo 1. settembre (assolutamente da non mancare!), non possiamo che ringraziare i giornalisti Oldani e Verga del Camaleonte di Rete Uno per aver offerto al proprio pubblico l'occasione incredibile di incontrare Giovanni Allevi! Un incontro fantastico che verrà trasmesso da Rete Uno giovedì 20 agosto, dalle 10 alle 11! Ne vale la pena!

...e in conclusione, eccovi il secondo brano suonato da Giovanni!



...e a voi tutti: a riblog!
nadia



2 agosto 2009

Bruno Meier e il suo progetto fotografico di una vita


Bruno Meier e il suo progetto fotografico di una vita

Nel maggio 2000 è apparsa la prima pubblicazione del progetto "ULLA" che il fotografo Bruno Meier ha iniziato negli anni '70. I primi scatti del suo lavoro biografico sono iniziati a 18 anni ed hanno come oggetto l'allora giovanissima Ursula Moser - per tutti noi "Ulla". Da allora Bruno Meier ha percorso e percorre ancora un viaggio fotografico nella vita di Ulla e della sua famiglia. Nonostante le sue fotografie siano unicamente orientate al bianco e nero, nel corso di questi ultimi anni Bruno accompagna il suo studio su pellicola con una serie di immagini digitali e in parte anche a colori ...ma diciamocelo, è solo l'eccezione! La sua fotografia segue un progetto studiato a tavolino che richiede meticolosità, accuratezza, pazienza ...e tanta costanza!

I ritratti e le fotografie di Bruno non necessitano di parole. Le sue immagini parlano da sole e sono capaci di catturare uno sguardo, un gesto o un momento che poi, trasportati nel tempo, si direbbe acquistino significato. Le fotografie di anni e anni di impegno professionale raccontano in immagini la vita di Ulla e benché, di volta in volta, vi possono essere una serie di fattori che cambiano - la composizione della famiglia, l'appartamento oppure lo sfondo - la sua cronologia fotografica segue un concetto preciso che riprende in immagini uno spaccato di vita che diventa presto familiare. Familiare nella scelta dell'inquadratura, dello spazio, nella scelta della composizione dell'immagine - penso a questo proposito alla postura, alla scelta dello sguardo serio o del sorriso - fino alla scelta dell'immagine stessa tra i numerosi scatti fatti durante una sessione fotografica. Il lavoro sull'immagine di Bruno ha un valore indescrivibile e chi lo osserva dall'esterno, scatto dopo scatto, comprende come l'evoluzione del suo lavoro sia di per sé, oltre che un lavoro biografico sugli altri, un documento autobiografico. Se i cambiamenti nello sfondo delle immagini (gli spazi, le persone, i contesti) aiutano ad attribuire maggior significato al volto della persona ritratta, è il rigore della fotografia che permette di percepire il cambiamento di un volto, di percepire i segni del tempo. Il susseguirsi di immagini negli anni documenta così una storia di vita, la vita di Ulla che Bruno riprende ogni volta partendo dal principio con passione e professionalità.

Che dire, se la sessione fotografica di ieri era incentrata sulle fotografie di famiglia, per Manuel (figlio di Ulla) la sessione fotografica 2009 finisce oggi.
Con curiosità non ci resta che attendere l'esito di questi scatti, ma ancor più vi è la curiosità di scoprire la Ulla di domani e di conoscere quale sarà la costellazione familiare tra quattro anni! E anche se il 2013 è ancora lontanto - quattro anni sembrano un periodo interminabile - poi però il tempo vola e inaspettatamente arriva la telefonata di Bruno ed è già ora degli scatti!

...ti aspettiamo, Bruno! A presto!




30 luglio 2009

Campingoase


CAMPING OASE
Un pezzo teatrale da non perdere!


Quando mio fratello ci ha avvisato che veniva in Ticino perchè voleva vedere un teatro a cui partecipava un suo caro amico, mi sono subito incuriosita perchè mi ricordavo quando a Berna ci aveva portato a vedere Madame Bissegger nel pezzo teatrale "Vache-Echt" - un pezzo assolutamente geniale. In passato anche Salvi, tra i mille lavori che ha svolto, ha ricoperto dei ruoli in alcune compagnie teatrali - quella che ricordo meglio è la compagnia Wunderplunder (http://www.wunderplunder.ch) che oltre a offrire uno spettacolo teatrale pubblico, nel corso della sua tournée in giro per la Svizzera, organizza corsi e spettacoli coinvolgendo scuole e istituti di numerosi comuni interessati. Un progetto creativo e molto interessante che andrebbe promosso anche nella Svizzera Italiana!

E così, Giovedì 23 luglio 2009, noi al Camping di Bellinzona non mancavamo!
Abbiamo assistito ad una spendida rappresentazione - fresca, frizzante, simpatica, capace di riprende ironicamente alcuni stereotipi che si possono incontrare facilmente anche in certi camping ticinesi. ...campeggiatori fedeli alla tradizione, coppiette affezionate alle abitudini, teeneger e rockettari in cerca di avventure, direttori stressati e tanta voglia di divertirsi... ecco un piccolo assaggino:

Se la regia era molto curata, attenta ai diversi particolari, gli artisti - attori, ballerini & musicisti - sono stati strepitosi!
Bravissime & bravissimi!

Non racconterò di più per non togliere l'effetto sorpresa e non posso che invitare chi ne avesse ancora l'opportunità di perdere lo spettacolooooo! Ed ecco il link al sito di Susanna Hug, una delle artiste, in cui si possono trovare le date degli spettacoli: http://www.adameva.ch/auftritte.php!

Ancora un grosso in bocca al lupo agli artisti per la loro tournée ...e a riblog!
nadietta

Madonna, che spettacolo!


Madonna, che spettacolo!

Sticky & Sweet Tour


Chi l'avrebbe mai detto, dopo il concerto degli U2, alcuni giorni dopo, è stata la volta del concerto di Madonna, sempre a San Siro, sempre in compagnia di Assunta & Co. Se molti dei suoi fans da anni attendevano il suo ritorno in Italia e avevano comprato il biglietto già dal mese di febbraio (ben 55'000 i presenti!), la mia è stata una decisione dell'ultimo minuto, perchè non è proprio il genere di personaggio musicale che seguo. Eppure Assuntina è riuscita nel suo intento ...e ne è sicuramente valsa la pena!

Lo spettacolo inizia con lei su un trono con in mano uno scettro ma resta abbastanza impressa piuttosto l'immagine in cui lei entra in scena su una splendida Rolls Royce bianca. Insomma, uno spettacolo veramente imponente, come imponenti erano le due M illuminate che a destra e sinistra del palco spesso brillavano ad intermittenza. Colori, coreografie, immagini e ritmi sostenuti. Con entusiasmo ha ballato praticamente durante tutto il concerto, quasi come una ragazzina, così ha dato meno all'occhio il fatto che alle volte non cantasse dal vivo (...o almeno così pareva).

Madonna ha dedicato una canzone e una serie di immagini ai "buoni" della Terra (come Maria Teresa di Calcutta) e ai "cattivi" (come Bush). In questo mi ha proprio stupita...mah!
Con emozione ha inoltre ricordato in due occasione l'appena scomparso Michael Jackson e ha omaggiato l'artista Keith Haring, anche lui un caro amico scomparso negli anni '90, riproponendo in modo molto geniale i suoi numerosi omini colorati. Brava Madonna!
Vi sono alcuni momenti particolari, oltre a questi, che ricordo dopo alcune settimane ...ad esempio l'effetto acqua, molto particolare, ricreato sul palco, ricordo una parte del concerto dedicato ai popoli nomadi (un vero momento gipsy), ricordo poi un interminabile percorso di una caramella "candy"- quasi si trattasse di una pallina che segue il suo percorso in un flipper, e mentre scorrono una serie di immagini sullo schermo che ripercorrono le sue trasformazioni durante la sua lunga carriera ricordo lei che canta "She's Not Me" e si avvicina a quattro modelle che ricordano quattro momenti del suo passato (e non manca il bacio sulla bocca a una di loro). Leggendo qua e là, si viene a scoprire che il concerto era suddiviso in 4 sezioni - la prima sezione "
Pimp" piuttosto autocelebrativa, la sezione "Old school" i suoi inizi a NY negli anni '80, la sezione "Gipsy" e l'ultima sezione avventuristica "Rave" ...io, ammetto, non me ne sono accorta, ma per i più appassionati i dettagli che si leggono su wikipedia sono una vero pozzo di curiosità (http://it.wikipedia.org/wiki/Sticky_%26_Sweet_Tour) .

Oltre allo show, ricordo con grande simpatia i nostri vicini di posto, un gruppo di ragazzi di Parma che la settimana prima erano anche loro al concerto degli U2 poco distanti da noi! GRANDI!!! E presto con Assunta li accompagneremo in uno dei nostri splendidi grotti ticinesi! Sono stati veramente deliziosi!

...direi che è tutto ...e a riblog!
nadietta