19 settembre 2009

Questo è il premier Berlusconi?

L'inchiesta "Io, Silvio e le altre" di Elisabeth Bouteiller trasmessa giovedì sera dalla Radiotelevisione della Svizzera Italiana (RSI) durante la trasmissione Falò mi ha lasciata abbastanza sconcertata e questo indipendentemente dal fatto che quanto visto sia stato riproposto da un singolo punto di vista in cui la ricostruzione potrebbe essere stata manipolata da interessi personali.

La escort Patrizia D'Addario in questa intervista rivela alla giornalista la sua "avventura" con Silvio Berlusconi, spiegando e ribadendo quale sia la sua più grande delusione per come la vicenda si sia "conclusa". Non nascondo che i "mezzi" per arrivare al fine scelti dalla D'Addario siano i più condivisibili e i più nobili
, ma lei non è un premier! E oltretutto, da quanto ha ribadito, ha rifiutato l'offerta di una carriera politica. Cosa che, se la vicenda fosse vera, la rende sicuramente più nobile di quanto non voglia esserlo Silvio Berlusconi.

Ci si può allora chiedere cosa abbia ancora da perdere la D'Addario. La popolarità che acquisirà da questa vicenda potrà probabilmente ripagarla del "torto subito". Mentre alla fine, quello che rimane da questa storia, sono invece l'amarezza e lo squallore; sensazioni che si avvertono anche solo nel pensare che storie come queste possano in qualche modo essere vere. E come si dice "un fondo di verità c'è sempre! ...l'ennesima conferma della poca stima che nutro per Silvio Berlusconi. A casaaaa, Silvietto! Povera politica italiana!


A riblog!
Nadia

5 settembre 2009

Aggregazione coatta - la democrazia alla deriva!

Il progetto di aggregazione che riguardava i nove comuni che in futuro formeranno il comune unico "Gambarogno", votato in termini consultivi lo scorso anno, a San Nazzaro è stato bocciato dalla maggioranza della popolazione. Il ricorso al Tribunale Federale (TF) promosso dal Comune di San Nazzaro è stato respinto, nonostante si tratti di un ricorso che intedeva far valere la bocciatura del progetto aggregativo da parte della cittadinanza di questo comune. La discussione politica sul Comune del Gambarogno si conclude quindi con la coazione del Comune di San Nazzaro al resto degli otto comuni. L'aggregazione coatta di San Nazzaro fa nascere il Comune del Gambarogno, direi una delle premesse peggiori per dar vita ad un'entità comunale che deve poter contare sulla collaborazione e il rispetto di tutte le diverse entità comunali del passato.

La notizia è giunta ieri e ha lasciato sconcertata la maggioranza della popolazione di San Nazzaro. La coazione avvallata dal Gran Consiglio ticinese non si è basata su ragioni che in passato hanno "giustificato" una decisione di tale rigore, mi riferisco specificamente alle difficoltà che hanno alcuni piccoli comuni (spesso periferici) a garantire una propria autonomia finanziaria e amministrativa e ad assicurare la piena capacità operativa. A tale proposito San Nazzaro può vantare un alto grado di indipendenza, anche finanziaria ...insomma, una promessa sposa con tanto di dote ambita ai comuni interessati dall'aggregazione. E da quanto si è potuto capire, proprio l'interesse degli altri otto comuni ha prevalso sul volere popolare di San Nazzaro, favorendo in definitiva la soluzione della coazione - una soluzione alquanto discutibile dal punto di vista democratico. Per quanto mi riguarda lo strumento della coazione lo considero già fuori i margini della democrazia; anzi direi che l'adozione di questo strumento è la mera dimostrazione che la classe politica ha fallito nel proprio compito; si tratta della palese incapacità dei politici di trovare una soluzione di compromesso capace di rispettare il volere di tutti e di rispettare i principi alla base della nostra tradizione democratica.
Calpestato pertanto il volere della cittadinanza di San Nazzaro, ci si chiede quale valore abbia avuto veramente il voto di questa popolazione. Un maggiore spazio operativo degli organi cantonali è andato a scapito dell'autonomia e della sovranità comunale. Ma dopo questa decisione esiste ancora una sovranità comunale? Chi si fa garante della sovranità di un comune, dell'entità "minore" tra Cantone e Comune, quando non vi sono motivi che giustificano il volere dell'entità cantonale?

Quanto i sociologi più affermati al mondo predicano "il dialogo e la partecipazione" e le forze politiche progressiste più promettenti della partecipazionene ne hanno fatto il loro cavallo di battaglia, il Gran Consiglio e le autorità massime ticinesi sono capaci di adottare la coazione di un'entità comunale autonoma. Probabilmente una maggiore volontà e disponibilità al dialogo da parte di tutti avrebbe favorito progetti e soluzioni forse meno ambiziose, ma anche meno devastanti in termini democratici. Sono fermamente convinta che in questo caso la politica dei piccoli passi avrebbe saputo fare meglio.
Cosa c'è di peggio per un cittadino legato fermamente ai valori della democrazia, del vedersi capestare il proprio volere espresso democraticamente al seggio dalla maggioranza dei cittadini votanti? Com'è possibile che il voto, il volere e gli interessi di altre entità comunali possano avere il sopravvento sul volere popolare di un'entità comunale sovrana e pienamente autonoma? Ritengo che la sovranità di un'entità comunale vada rispettata, sopratutto se caratterizzata da una piena capacità di autonomia. Com'è possibile che un'entità comunale venga attribuita ad un'altra realtà senza il suo volere? ...mi ricorda quasi il patto napoleonico che decise l'assegnazione della Valtellina all'Italia; una decisione che molti valtellinesi ancora oggi considerano un torto subito.
Nell'applicare poi questa decisione alla realtà internazionale, il tutto acquisisce un significato molto più chiaro. Prendiamo ad esempio la provocazione di Gheddafi che intendeva redistribuire il territorio svizzero alle nazioni europee confinanti: in questo preciso caso, la logica applicata dalle autorità cantonali, risp. federali, permetterebbero che gli interessi delle altre nazioni prevalgano sul volere popolare di un'unica nazione contraria, mi riferisco alla Svizzera. Perverso, eh? Chissà se Pedrazzini sarebbe dello stesso avviso se il ragionamento venisse fatto con altre entità territoriali ...oltretutto pubblicamente il Consigliere di Stato ha affermato che il Tribunale federale ha avvallato la coazione, mentre in termini tecnici e giuridici l'affermazione non è per nulla corretta. Il TF non si è espresso in merito alla coazione, ha invece unicamente rifiutato il ricorso di San Nazzaro. L'esito in definitiva è il medesimo, ma guai a sostenere che il TF si è espresso a favore della coazione.

Oltre a contestare il principio della coazione, ritengo vi sia anche un altro aspetto che andrebbe approfondito, ossia la questione sul "voto consultivo". La popolazione dei nove comuni non era al corrente che l'esito del voto avrebbe potuto portare alle conseguenze che oggi conosciamo. Mi chiedo a questo proposito quale valore possa avere un voto consultivo e quale valore abbia invece una votazione i cui termini sono definitivi e le cui precise conseguenze sono note a tutti i votanti.

Mi si dice che ormai da anni si discute su quelli che potrebbero essere i passi da intraprendere per avvicinare le diverse realtà comunali della Riviera del Gambarogno. Doversi rendere conto che l'esito di questa discussione abbia portato ad un'unica variante "attuata" con tanto di coazione, lascia l'amaro in bocca. Da quanto ho potuto appurare vi sarebbe stata la disponibilità di San Nazzaro a riflettere in merito ad un'unità con i comuni rivolti verso il confinte italiano. Questo non poteva magari essere un primo passo nella direzione voluta? Certo la coazione accorcia i passi di alcuni anni, ma è proprio vero che in questo caso, specialmente nel caso in cui di mezzo c'è la democrazia, questi mezzi giustificano il fine? Per quanto mi riguarda non la vedo in questo modo e la decisione ticinese la considero un brutto schiaffo alla democrazia. E dire che proprio in queste settimane il valore della democrazia sembra essere particolarmente sentito dalla cittadinanza svizzera, indignata per il comportamento del Presidente della Confederazione... Mah!

San Nazzaro non proseguirà, è evidente. La coazione farà nascere un nuovo comune la cui realtà a livello di dettagli resta per il momento ancora un piccolo, grande mistero. Non escludo che il futuro possa parlare a favore di un Gambarogno unito, ma preferisco sempre ancora credere che l'unità la si debba trovare con la volontà di tutti, non con la coazione. Per questioni di studio sono probabilmente troppo influenzata da sociologi come Habermas, che considerano il dialogo partecipativo l'unica possibilità per ottenere una realtà di vita capace di rispondere alle esigenze della maggioranza, ma anche delle minoranze. Così, anche dopo la decisione del Tribunale Federale, continuerò a credere che il dialogo e la partecipazione di tutti (nessuno eslcuso), anche e sopratutto in politica debba rimanere la stada da seguire. La coazione non è a mio avviso uno strumento degno di una civiltà democratica, giustificato da un qualsiasi fine. E resto di questo avviso, anche se il giorno della famosa votazione personalmente ho votato scheda bianca opponendomi di principio a quanto mi veniva sottoposto.

A riblog!
Nadia